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Breve guida alla sopravvivenza e allo shopping low cost

18 giugno 2017

Tra le cose che rendono la nostra generazione diversa da quella dei nostri genitori c’è senza dubbio il modo di fare shopping. Mentre mia madre ha sempre abbracciato la politica del “meglio comprare una cosa sola di qualità, che costa, ma dura di più” io sono sempre stata fan del “compro più cose a prezzi più bassi. Chissenefrega se l’anno prossimo le devo buttare via”. Sembra una differenza da poco, ma in realtà non lo è: riflette principalmente il modo in cui sono cambiati i modelli di business da quando il low cost ha fatto il suo ingresso nel mercato, invadendo qualsiasi campo, anche quello della moda.
Se io e mia madre la vediamo diversamente, infatti, la ragione è una soltanto: io sono cresciuta con i negozi low cost, lei no. Ricordo nitidamente quando ha aperto il primo H&M a Milano, il modo in cui il mio sabato pomeriggio si è spostato dalle scalinate Fluo di Fiorucci alle passeggiate tra le canottiere da 4 euro e 99 centesimi (che, ricordiamolo, vuol dire 5 euro) di H&M, da abbinare alla tuta dell’Adidas che con le due bande laterali (l’inconfondibile stile dell’adolescenza nei primi anni Duemila). Quelle magliette a basso costo erano l’unità di misura delle mie finanze. Tutto ciò che compravo di diverso veniva valutato in base a “quante magliette di Zara o H&M potrei comprarmi a questo prezzo?”

Bene, ora il mio stile è cambiato (almeno spero) e i negozi low cost hanno affinato la loro tecnica e il loro stesso stile. Gradualmente i vestiti sono diventati sempre più belli, come se rispondessero concretamente a un desiderio che neanche sapevamo di avere (si chiama marketing, lo so, ma fatemi credere alla magia), la qualità dei tessuti è migliorata e, in alcuni casi, anche i prezzi sono aumentati. Io non valuto più i miei acquisti in base al numero di magliette che potrei comprare, perché sono cresciuta. Il problema è che sono cresciuta in una casa che si trova a 10m da zara, a 11 da H&M e a 12 da un negozio vintage: riuscite a immaginare cosa può voler dire tutto queste per le tasche di una persona? E vi assicuro che il mio rapporto con lo shopping non è compulsivo. Ok, forse questo è esattamente quello che dicono le persone che con lo shopping hanno un rapporto problematico. In ogni caso, sia quel che sia, visto che si stanno avvicinando i saldi, visto che il cambio ufficiale di stagione fa venire voglia di comprare di più, visto che fuori fa caldo e dentro c’è l’aria condizionata, visto che ogni scusa è buona, ho pensato di mettere insieme una piccola guida di sopravvivenza allo shopping low cost, adatta anche a chi odia comprare e vuole levarsi il problema degli acquisti stagionali in fretta.

Vivere i saldi senza aspettative

Partiamo dal momento che tutti aspettiamo sempre con ansia: i saldi. In base alla mia esperienza sorge spontanea una domanda: perché lo aspettiamo con così tanta ansia? Voglio dire, il classico sabato mattina di saldi è: milioni di persone ammassate le une sulle altre, vestiti mescolati, in cui si fa una fatica incredibile a trovare quella giacca che avevamo visto due mesi prima e che eravamo sicure sarebbe stata messa a metà prezzo. E invece? Invece no, perché quella giacca appartiene a una collezione che in saldo non viene mai messa, oppure è in saldo ma esiste solo di una taglia infinitamente più grande o più piccola della tua. E questo vale rigorosamente per tutti i negozi in cui entrerai quel sabato di saldi finché non tornerai a casa distrutta e delusa. Ma non è tutto perduto. Un modo per far funzionare questa cosa del saldi c’è: basta azzerare le aspettative. Andare a farsi un giro, entrare nei negozi senza partire dal presupposto che troveremo proprio quella cosa lì, dando un’occhiata in generale, senza riporre troppe speranze nell’idea di provare quello che abbiamo trovato. Il segreto sta nel conoscere bene il proprio corpo e la propria taglia per ottimizzare i tempi, esattamente come si fa quando si compra qualcosa online.

Le stagioni non esistono più. Giusto?

Esiste ancora qualcuno che fa il cambio di stagione dei vestiti? Probabilmente sì, lo fanno le persone organizzate, cosa che io non sono. Io, il cambio di stagione, non l’ho mai fatto, ma ho sempre optato per l’astrazione: i vestiti non sono stagionali, i vestiti vanno bene sempre. È un principio valido per tutto a eccezione delle tute da scii e dei costumi da bagno (anzi, non è proprio vero: i costumi da bagno possono essere degli ottimi body invernali). Questo non vuol dire che si debbano comprare solo vestiti adatti a tutte le stagioni, ma significa semplicemente partire dal presupposto che quella gonna leggera che stiamo provando può andare benissimo anche con un paio di calze invernali. Ed è subito inverno.

Mercati, negozi di seconda mano, cercare le svendite degli Show Room

Sapere che esistono luoghi in cui entri e puoi risolvere l’80% dei tuoi problemi in materia di abbigliamento, comprando tutto, dalle scarpe agli accessori, è rassicurante. A tratti, però, può essere anche spersonalizzante. Accorgersi, camminando per strada, che più o meno la metà delle persone che incroci sono vestite come te, diventa fastidioso ogni tanto, soprattutto per chi è molto geloso del suo stile. Il problema si può risolvere facilmente cambiando obiettivo: non più grandi catene, ma piccoli negozi vintage, grandi mercati e, per i più sapienti e scaltri, le svendite degli show-room.

Con un solo vestito si possono fare tantissime cose

Quando si entra in un grande negozio di abbigliamento improvvisamente ci sembra tutto indispensabile. In questi casi comprare una sola cosa può essere frustrante: subito iniziamo a pensare che quei pantaloni sono belli, ma non abbiamo niente a casa con cui abbinarli, e quindi ci sembra di aver fatto un acquisto a metà, oppure ci buttiamo sulla prima cosa che troviamo e che pensiamo potrebbe stare bene con la nostra prima scelta. Sbagliato. Sappiamo bene che non è vero che non abbiamo niente da mettere con quei pantaloni o con quel vestito. Siamo sempre pieni di cose e spesso non ci ricordiamo neanche di averle. L’importante è respirare e pensare mentalmente a tutti i modi in cui potremmo utilizzare il nostro nuovo acquisto, non solo abbinandolo a quello che già abbiamo, ma anche diversificandolo: ad esempio, una gonna può diventare un vestito, una collana lunga una cintura, e via dicendo.

Le basi sono importanti

Per chi non ama vestirsi o non ha voglia di perdere troppo tempo per negozi l’insegnamento fondamentale è: buttarsi sulle basi. I marchi low cost sono pieni di magliette, vestiti, gonne, pantaloni basici di tutti i colori. Generalmente sono le cose che non vengono messe in saldo, ma un motivo c’è: sono anche le meno costose. Si può fare come Zuckerberg e comprare lo stesso modello di maglietta, magari in tutti i colori possibili e immaginabili. Risultato: si spende poco e si fa poca fatica, sia la mattina appena svegli sia il giorno in cui si vanno a comprare le cose.

Comprare online

Infine, la cosa che soddisfa tutti, sia chi fa shopping compulsivamente, sia chi odia comprare vestiti, sia chi vuole risparmiare: lo shopping online. Ogni marchio ormai ha un suo sito e una sua app, utilizzabili anche stando sdraiati sul divano di casa, per controllare le ultime uscite o per ordinare le cose che magari abbiamo visto in negozio, ma c’era troppa coda. Ancora più importante: online non esistono le stagioni dei saldi e qualcosa di scontato si trova sempre. L’unica cosa che può essere complicata è la taglia, ma a fronte di un piccolo rischio iniziale, poi, il problema si risolve.

P.s: stavo quasi dimenticando il consiglio più importante: comprate quello che volete. Non esistono vestiti più o meno adatti ai nostri corpi. Esiste solo quello che ci piace e che ci fa sentire a nostro agio. Sempre.

 

 

Source: freedamedia.it

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