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I consigli assurdi delle mie nonne

I consigli assurdi delle mie nonne
14 febbraio 2017

Le mie nonne sembravano scritte per una commedia in stile Nord contro Sud degli anni Ottanta. Una siciliana, madre di otto figli e nonna di altrettanti nipoti, l’altra piemontese, ma piemontese tanto, che di figli ne ha avuti due e a dieci anni di distanza uno dall’altra, per stare tranquilli.

Mia madre mi racconta che quand’ero appena nata la mia nonna piemontese, Carla (il suo nome era Giuseppina, ma per logiche di paese nelle quali consiglio di non addentrarsi, era diventata Carla), era sempre angosciata quando l’altra, Concetta, mi maneggiava. Per lei ero la prima preziosa e fragile nipote, potendo mi avrebbe cresciuta in una camera iperbarica, Concetta invece mi lanciava come certi studenti di giocoleria fumati il giusto lanciano le clavette a Parco Sempione. Potete immaginarvela così:

Quando mia madre cercava di calmare la sua, dicendole che Concetta sapeva che cosa faceva, in fondo aveva avuto un mucchio di figli, Carla rispondeva perentoria: “Quelli non sono morti solo perché il Signore ha deciso che non era la loro ora. Ouch.
A questo punto magari vi immaginate che parta una lista del tipo Le differenze tra nonne del Nord e del Sud (spaccherebbe, in termini di click), ma la verità è che non ne ricordo molte perché ero una bambina solitaria a cui dava fastidio tutto, e comunque questa cosa Nord contro Sud mi ha un po’ stufata. In compenso mi ricordo una cosa che condividevano, ossia la fissa per darmi strani, imperscrutabili consigli.

Io li chiamo “consigli”, ma in realtà erano dogmi ancestrali, tramandati di generazione in generazione come gli incantesimi o la ricetta della tisana contro la dissenteria, che poi è la stessa cosa. Se io, bambina moderna che si accingeva a crescere a colpi di Spice Girls e Sailor Moon, reagivo a questi consigli chiedendo “perché?” suscitavo lo sconcerto.  Come potevo dubitare così della saggezza dei miei avi?

Alcuni di questi dogmi mi tornano in mente spesso, come il mio preferito: Non toccare le piante quando hai le tue cose. “Perché?” “PERCHÉ ALTRIMENTI MUOIONO”.

Ho passato i primi anni della mia vita in attesa di queste misteriose cose che mi avrebbero resa l’equivalente di una macchina mortale per vegetali, un essere dalla potenza incontrastabile, circondata da una nube radioattiva  (sono nata nell’anno di Černobyl’, in fondo), capace di cambiare la geografia di un paesaggio con la sola forza delle mie cose. La Jean Grey delle mestruazioni.

Tra l’altro, nessuno mi ha mai detto per tempo “figliola, è una boiata”, ho dovuto capirlo da sola. Immaginatevi la delusione.  Comunque, in questo campo avrete ricevuto tutte dei consigli assurdi, vi prego di condividerli. A me tocca menzionare il sempreverde non lavarti. Mai. Anzi, non toccare proprio l’acqua, che è meglio. “Perché?” “PERCHÉ ALTRIMENTI MUORI”, ovvio.

Una serie infinita di consigli riguardavano le possibilità di trovare marito. A sei anni. C’erano un sacco di cose che a me apparivano innocue, ma che in realtà potevano far adirare la Signora dell’Ufficio Mariti, che mi guardava dall’alto. In questo campo, i consigli più memorabili sono stati due: non sederti dove c’è l’angolo del tavolo e non permettere a una scopa di toccarti i piedi. Vorrei commentare, ma niente. È ancora fuori dalla mia portata.

Un altro consiglio pratico era quello di non leggere, cosa che invece adoravo. Se proprio dovevo, almeno che lo facessi di nascosto, con molta luce per non rovinarmi gli occhi (gli occhiali non stanno bene sulle signorine). Dal veto, ovviamente, era esclusa La Torre di Guardia, la rivista dei Testimoni di Geova che nonna Concetta prova a rifilarmi ancora adesso, quando vado a trovarla. (Uno dei giochi che facevo con i miei cugini era fingere di suonare ai campanelli. Dicevamo tutti in coro “Testimoni di Geova!” e l’unico rimasto rispondeva “No, grazie”. Fine. Questo era l’intero gioco.)

Guardiamo il risultato di tutti questi consigli: sono una scrittrice, non sono sposata (ma sto col mio ragazzo nel peccato da quindici anni), mi mancano sette diottrie e scrivo su Freeda. Scusatemi, nonne. Sappiate che, per sicurezza, non tengo piante in casa.

Source: freedamedia.it

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