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Cosa sappiamo finora della bambina trentina morta di malaria a Brescia

8 settembre 2017

Una bambina di 4 anni, Sofia Zago, è morta di malaria nella notte tra domenica e lunedì all’ospedale di Brescia dove era stata trasferita d’urgenza. Come riporta Repubblica, la piccola e la sua famiglia, di Trento, nelle scorse settimane non si erano recati all’estero o in Paesi a rischio, ma erano stati in vacanza a Bibione, in Veneto.

Era stata ricoverata a Trento

Ora l’attenzione è puntata anche su un ricovero che la bambina ha avuto nel reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara di Trento dopo Ferragosto, negli stessi giorni in cui erano ricoverati due ragazzini che avevano contratto la malaria in Africa, ma al momento non c’è ancora un nesso certo. Come spiega al Corriere della Sera Claudio Paternoster, il primario di malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara di Trento, “È la prima volta in trent’anni di carriera che assisto ad un caso di malaria autoctona in Trentino”.

I genitori: “Non capiamo come sia successo”

Grandissimo il dolore dei genitori della bambina. L’Alto Adige riporta el parole di Marco Zago e Francesca Ferro, che hanno fatto rientro ieri a Trento, nella loro casa di Piedicastello e non riescono a spiegare come la bambina sia potuta venire in contatto con i parassiti portatori della malaria: “Non abbiamo frequentato zone in cui è presente questa malattia – hanno spiegato – siamo semplicemente andati in vacanza sul litorale veneto”.

Bimba uccisa da malaria cerebrale

La bambina è stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo, si legge sul Fatto Quotidiano, viene trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. La malattia è diffusa prevalentemente nell’Africa Sub-sahariana, in Asia, in America centrale e del Sud.

L’epidemiologo: “Un caso criptico, rarissimo”

“E’ un caso criptico, rarissimo”, ha detto Giovanni Rezza, medico epidemiologo e responsabile del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. “Criptico perché – ha spiegato l’esperto come riporta Huffington Post – questa malattia viene trasmessa da un certo tipo di zanzara che in Italia non c’è ed è ignota allora la modalità di trasmissione. Visto che in Italia la zanzara non esiste, la trasmissione allora può avvenire con contatto sangue nel sangue e quindi da qualcuno che ha già contratto il virus. Ma ora non sappiamo nulla sulla modalità di trasmissione e, sottolineo, questi sono casi davvero molto rari”.

Aperta un’indagine

Anche la magistratura bresciana vuole saperne di più sull’accaduto e ha aperto un’indagine. Per ora, si legge su Repubblica, non c’è nessuna certezza, ma nel reparto di pediatria del santa Chiara ci sarà una disinfestazione come indicano le linee guida dell’Istituto superiore di sanità, anche se non ci sarebbero rischi per coloro che hanno frequentato il reparto nei giorni scorsi.

Source: www.agi.it

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