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Diane Keaton, Una di Noi

Diane Keaton, Una di Noi
26 aprile 2018

Una bellezza raffinata e accogliente, uno stile unico, e un mix di timidezza, autoironia e spontaneità: questi gli elementi che fanno di Diane Keaton un’attrice brillante, che incarna l’immagine di una donna intelligente e irresistibile; una donna che vorremmo per amica – anche solo per rubarle qualcosa dall’armadio, da dove ha attinto per vestire uno dei suoi personaggi più famosi: la Annie del famoso film di Woody Allen Io e Annie.

Diane Hall (questo è in realtà il suo vero cognome) nasce il 5 gennaio del 1946 a Santa Ana, in California. Della sua infanzia ricorda che era “un’epoca in cui tutto quello che potevi avere dalla vita sembrava mostrato in una pubblicità” e definisce la sua, come “la tipica vita della California del sud, con una bella famiglia, la station wagon, e la casa con quattro stanze da letto. (…) E per fare qualcosa di eccitante ogni tanto andavamo a Los Angeles”. 

Diane ha due sorelle minori e un fratello maggiore, con cui ama organizzare delle recite in famiglia, e la madre Dorothy sostiene molto la sua passione per il teatro. A scuola non è una ragazza che si fa notare – è molto timida – ma quando sale sul palco non passa di certo inosservata. Segue dunque il suo istinto e frequenta così il Santa Ana College e l’Orange Coast College come studentessa di recitazione. Ben presto però, si decide a lasciare gli studi per proseguire la carriera nello spettacolo, ed è in questo periodo che adotta il cognome della madre, Keaton, e comincia a cantare nei club di New York. In poco tempo approda ai musical di Broadway, ed è proprio grazie al suo ruolo in Hair che viene proposta per l’audizione di un nuovo spettacolo, scritto e interpretato da un giovane drammaturgo – di cui dice di essersi innamorata subito: Woody Allen.

Sono stata fortunata quando ho incontrato Woody Allen. A 19 anni sono partita per New York per studiare recitazione alla Neighborhood Playhouse School of the Theatre. A quel tempo per essere presa sul serio nel cinema bisognava avere un background teatrale. Due anni dopo era l’inizio della Summer of Love e mi presero per una parte nella versione musicale di Hair a Broadway. Uno dei miei insegnanti riuscì a farmi avere un provino per Provaci ancora Sam, l’opera teatrale scritta da Woody Allen e diretta dal fantastico Herbert Ross, che poi divenne un film. Presi il ruolo e anche Woody, con cui ho avuto una bellissima storia d’amore per cinque anni.

Ben presto i due, da amici, diventano amanti e comincia così una lunga storia d’amore e un fortunatissimo sodalizio artistico. Il collega Tony Roberts li ha definiti come “i suoi nevrotici preferiti”; due grandissime personalità che condividevano il fatto di essere due persone brillanti e di successo – oltre una certa predisposizione all’ansia.

Nel frattempo, nel 1970, Diane fa il suo debutto cinematografico in Amanti ed altri estranei, diretto da Cy Howard, in un ruolo che non attira particolare attenzioni, ma le permette di avere un’audizione per un’altra parte che si rivelerà fondamentale per la sua carriera: quella di Kay Adams ne Il Padrino, il celebre film di Francis Ford Coppola. Sul set è la moglie di Michael Corleone, interpretato da un magnetico Al Pacino, con cui avrà in seguito una relazione.

Non ho mai capito perché Francis mi scelse, forse gli piaceva il fatto che fossi californiana e di buona famiglia, e nella sua visione potevo essere perfetta nella parte della moglie wasp di Michael Corleone.

Nel frattempo, esce anche la versione cinematografica di Provaci Ancora Sam, ma a quel punto la relazione con Woody è ormai agli sgoccioli. I due rimangono amici e collaborano in altri sette film: Il dormiglione, Amore e guerra, Io e Annie, Interiors, Manhattan, Radio Days e Misterioso omicidio a Manhattan. Tra questi film – tutti di grande successo – mi sono rimasti nel cuore i dialoghi di Amore e Guerra, dove Diane interpreta Sonia, l’unica ragazza con cui Boris/Woody può fare “dei discorsi profondi”.

Ma sicuramente, l’attrice entra nell’immaginario collettivo con lo stile inconfondibile del suo personaggio in Io e Annie, il film scritto e diretto da Woody Allen che si ispira alla sua relazione con la stessa Diane.

Impacciata, insicura e divertente, Diane diventa icona di stile con una spontaneità e naturalezza, uniche. Nei film indossa cappelli, occhiali, gilet, pantaloni da uomo, cinture alte che diventano un must per l’epoca e la fanno rientrare nella scia delle grandissime attrici che hanno promosso un’immagine di donna sensuale dallo stile maschile, come Katherine Hepburn e Marlene Dietrich. Ma a differenza loro, Diane non è una femme fatale; il suo è mix un di ironia e fragilità che la rende semplicemente irresistibile.

Quello era lo stile delle persone a Soho, in quel periodo. Ed io ero tra quelle, non è stata una mia idea.

Grazie al film, Diane non solo viene osannata dal pubblico ma anche dalla critica: vincerà sia il Golden Globe che il premio Oscar come migliore attrice protagonista. Nel 1981 gira un altro film importante, Reds, che racconta la vita del giornalista americano John Reed. Il suo ruolo di scrittrice bohémienne le vale la seconda nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista. Il protagonista è il suo fidanzato dell’epoca, Warren Beatty, con cui si lascerà al termine delle riprese. Ma gli anni ’80 sono anche gli anni in cui Diane esplora altre forme artistiche, oltre a quella cinematografica; si dedica alla fotografia (aveva già fatto uscire una raccolta di immagini, Reservations, dove immortalava le hall degli hotel) e dirige il documentario Heaven, mettendosi per la prima volta dietro la macchina da presa. Per qualche tempo partecipa a film di discreto successo ma la svolta arriva nel 1987 con la commedia Baby Boom, che la riporta al successo di Io e Annie. Nel film interpreta una donna in carriera alla prese con una bambina di pochi mesi e la conferma attrice brillante capace e di successo. Negli anni ’90 e 2000 Diane riconquista il botteghino con commedie come Il club delle prime mogli (al fianco di altre fuoriclasse come Bette Midler e Goldie Hawn) e due film che le valgono altrettante candidature agli Oscar: La stanza di Marvin e Tutto può succedere – Something’s Gotta Give.

Nonostante la difficoltà a trovare sceneggiature per donne over 50, Diane è riuscita a costruire una carriera lunghissima, attiva ancora oggi. E oltre all’impegno al cinema, tra gli anni ’90 e 2000 si è dedicata alla famiglia, adottando due bambini, Dexter e Duke. Oltre al cinema, si è cimentata anche nella scrittura di due libri auotobiografici, dove ha raccontato particolari molto privati (come la sua lotta contro la bulimia, di cui parla in Diane Keaton. Oggi come allora).

E per chi non la conoscesse ancora bene, consiglio di guardare i suoi film o qualcuna delle sue interviste, dove parla liberamente di amore, sesso e della sua passione per il ghiaccio, che masticherebbe in qualsiasi momento. Con tutte le sue esilaranti piccole manie, Diane è senz’altro una di noi!

Source: freedamedia.it

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