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Essere Donna Secondo Meredith Brooks

Essere Donna Secondo Meredith Brooks
23 agosto 2018

I hate the world today, ovvero Oggi odio il mondo; è un’affermazione che tutti abbiamo pensato, detto, e forse, grazie a Meredith Brooks, anche cantato. È con questa dichiarazione di odio verso tutto che si apre la canzone Bitch, e bisogna ammetterlo, certi giorni è così: compatiamo chi ci sta vicino per avere la pazienza di sopportare i nostri sbalzi di umore, la nostra incoerenza e la complessità dell’universo che ci portiamo dentro.

Sei cosi buono con me
lo so ma non riesco a cambiare
ho cercato di dirtelo
ma mi guardi come se dentro
io fossi un angelo
innocente e dolce

Tutti, uomini e donne, sono esseri complessi, ma spesso sulle donne è pesato un certo stereotipo che le voleva sante o puttane, angeli o diavoli tentatori: con le parole della canzone d’esordio di Meredith Brooks, uscita nel 1997 nell’album Blurring the edges, la cantante sembra dirci invece, con tutta la calma e l’energia necessarie, che siamo tante cose, in una sola. E va bene così.

Secondo la stessa Meredith, Bitch è “una canzone intelligente, non è qualcosa che avrei scritto a 19 anni. Non sapevo nulla di onore a quel tempo. Quando ho scritto “sono stata insensibile, sono rinvenuta, non si può dire che non sia viva“, l’ho pensato veramente perché l’ho vissuto.” Rivincita, onore e coscienza di sé, sono alcune della tematiche attorno a cui ruota la canzone.

E non stupisce che sia stata inserita nella colonna sonora della commedia What woman want, un film che con leggerezza cerca di sviluppare quell’interrogativo rimasto ancora senza risposta: cosa vogliono le donne? È quello che si chiede Nick Marshall – seduttore impenitente – quando deve affrontare la sfida lavorativa di pensare a una pubblicità per le donne: inizia con il mettere Frank Sinatra mentre cerca ispirazione, ma non funziona e finisce così per pescare tra i dischi della figlia, dove una trova una musica che lo aiuta a pensare come una donna. Lo si vede scartare un altro disco sacro per il pop/rock di quegli anni (Jagged little pill di Alanis Morissette) per scegliere infine Bitch.

posso capire come mai ti senti così confuso
non ti invidio,
io sono un pò di tutto
tutto in uno

Meredith canta che è una puttana, un’amante, una bambina, una madre, una peccatrice, una santa – e non se ne vergogna: ma soprattutto afferma che è molto di più della visione bidimensionale della donna a lungo proposta dalla società (proprio quando pensi di essere riuscito a capirmi/ la stagione sta già cambiando) ma anzi, le comprende tutte, in un’alternanza casuale che non lascia troppo scampo a chi le sta vicino.

prendimi per quella che sono
questo forse vuol dire che
dovrai essere un uomo più forte

In linea con molte altre cantautrici anni ’90, Meredith afferma con i suoi decisi accordi iniziali, che ci sono molti modi per essere donna e nel video della canzone, lo fa mostrandosi sicura e sorridente, mentre fluttua con un bella chitarra in mano, in una stanza senza gravità con uno sfondo di fiori.

Con la sua leggerezza e determinazione, ci ha regalato un’occasione imperdibile per abbassare i finestrini delle nostre auto e urlare che non ci vergogniamo di vivere emozioni forti. Motivo per il quale non dimentica di ringraziare chi sopporta la sua vivace emotività (chiamiamola così), pur lanciando un avvertimento: non ho bisogno di essere salvata. Siamo tante cose, in una sola – e sul finale aggiunge: per quanto possa essere confondente, non si può dire che non sia viva e non vorrei che fosse diversamente. Sopravvissuta e vitale, è presente a se stessa senza perdersi in rimpianti. Come spesso succede, si parte maledicendo il mondo e si finisce affermando con orgoglio che non ci vorremmo mai diverse da come siamo. Go Meredith!

Source: freedamedia.it

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