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FILASTROCCA IMPOPOLARE

15 novembre 2017

La saggezza popolare ci ha riempito e ci riempie di consigli e dettami considerati veri e propri  insegnamenti, derivati dall’esperienza del vissuto comune; pur riconoscendo un’indiscussa base di veridicità, il perpetrare una linea di pensiero e applicarla come metro di  misura per valutare le situazioni, limita se non addirittura azzera la possibilità di vedere le cose da altre angolazioni, poiché ripropone lo stesso schema già riconosciuto dei nostri avi, che difficilmente osiamo mettere in discussione.  L’unicità del pensiero e dell’espressione individuale allora, anziché portare ventate fresche di interpretazione, viene sovente ignorata, svalorizzata, addirittura repressa, essendo considerata sovversiva rispetto l’ordine conclamato delle cose, poiché non riconducibile ai vecchi paradigmi di interpretazione e conseguentemente generatrice di caos.

FILASTROCCA  IMPOPOLARE

Filastrocca  impopolare,

ogni proverbio  vuol contestare;

chi li ha inventati  non ti dirà

che guarda il di qua ma non il di là.

 

Per  ogni  verso  esiste un contrario,

dettare legge è molto arbitrario;

diventa vera una certa visione

se guardi solo in quella direzione.

 

Con grande scandalo dei nostri avi

proviamo ad essere un poco più savi;

la tradizione che oggi perdura

noi ribaltiamola nella lettura.

 

Chi si contenta non gode affatto,

un sogno mezzo non fa soddisfatto,

ma risicare per rosicare

non garantisce quel soddisfare.

Chi ride per ultimo non ha il piacere

di godersi la strada, ma resta a vedere,

chi primo arriva assai peggio starà

gli errori agli altri lasciar non potrà.

 

Chi dice donna dice beata,

il danno è invece se fosse mancata.

E quando è al volante pensa a guidare,

niente a nessuno vuol dimostrare.

 

Con l’anno nuovo non cambia niente

se al cambiamento sei resistente,

la notte non porta affatto consiglio

se i tuoi pensieri  non trovan giaciglio

 

Il contadino deve sapere

che pere e formaggio sono un piacere,

perché una fava per ogni piccione

riempie assai meglio ogni pancione.

 

A tavola invece s’invecchia eccome

se zucchero e vino fan da padrone;

se pensi la fame il condimento migliore

ti sazi davvero senza gusto e colore.

 

E’ che Dio propone le giuste occasioni,

l’uomo dispone se farne direzioni,

e  se ti aiuti con l’Ego per mano

il soccorso divino resta lontano.

 

Assai generosa è la nota cicala,

non è vagabonda, il suo canto regala;

lo fa a dispetto dell’avarizia

che la formica ritiene giustizia

 

Filastrocca impopolare,

sovverte le regole, non lascia stare;

non fa ricadere nei luoghi comuni,

dai preconcetti ci lascia immuni.

 

C’è forse qualcosa di ancor più bello

di esser se stessi  il fiore all’occhiello?

Perché pensare come già pensato,

far del presente la copia al passato?

 

Se Dio ci ha fatto con unicità,

possiamo esprimerci, in verità,

facendo nostro lo stile e la strada,

e lasciar l’impronta che più ci aggrada.

   Martina Gamberini

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