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Idee di investimento e Azioni

22 maggio 2017

“Malgrado la valutazione molto elevata degli asset, sui mercati finanziari ci sono pochi segni di esuberanza irrazionale. La performance relativa delle azioni mondiali rispetto al bene rifugio per eccellenza (i titoli di stato USA) è in linea con la ripresa ciclica in atto dall’estate scorsa. L’impatto dei prezzi del petrolio sui mercati emergenti talvolta suscita dei timori, ma non c’è una forte correlazione fra i due mercati. La ripresa dei paesi emergenti sembra solida, in quanto ancorata sulla ripresa dell’economia mondiale, sul calo dei tassi di interesse locali e sulla minore probabilità di guerre commerciali” spiega nell’articolo “Decisioni di investimento, un contesto eccezionale per i mercati” François-Xavier Chauchat, Economista e Membro del team di investimento di Dorval Asset Management (affiliata di Natixis Global Asset Management), che poi rivela le scelte di portafoglio: “Continuiamo a puntare sul tema della reflazione nell’area euro (costruzioni, small cap, banche), mentre il boom di redditività che pone maggiori interrogativi riguarda gli Stati Uniti”.

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda pure la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity. La PSU continua a sovrappesare l’azionario Europa alla luce anche dell’ottimismo che emerge circa le prospettive delle imprese europee, come testimoniano i flussi record di capitali esteri (345 miliardi di dollari Usd) nella regione registrati nel primo trimestre sotto forma di fusioni e acquisizioni. “Nella nostra esperienza, tali flussi preludono spesso a una riallocazione dei capitali sul mercato azionario da parte di fondi pensione e altri investitori istituzionali” specificano nell’articolo “Mercati azionari, più Europa e Giappone e meno Wall Street” gli esperti della PSU che guardano con favore anche al mercato azionario nipponico, su cui mantengono una posizione di massimo sovrappeso, non solo a fronte di un giudizio positivo sulle prospettive economiche del Giappone e di valutazioni più allettanti rispetto a quelle di tutte le altre piazze avanzate, ma anche alla luce del supporto della Bank of Japan. Al contempo, però, la PSU mantiene il massimo sottopeso sull’azionario americano in quanto, in base ad alcuni parametri, le valutazioni sono prossime ai livelli più elevati di sempre.

La preferenza all’azionario Europa è condivisa inoltre da Peter Steffen, Gestore di portafoglio Ethenea. “Nonostante i rialzi del mercato azionario europeo dopo le elezioni olandesi e francesi, siamo convinti che il comparto offra ulteriore potenziale di rialzo e puntiamo, in particolare, su finanza, telecom e tecnologia” specifica nell’articolo “Azionario Europa, ecco i settori che correranno di più” Peter Steffen, secondo il quale i titoli europei offrono opportunità interessanti grazie al solido sviluppo dei fondamentali e alle valutazioni contenute: ragioni che hanno motivato la scelta del manager di portare al 30% l’esposizione all’equity europeo del fondo bilanciato Ethna-DYNAMISCH , contro il 19% circa di azioni americane e il 12% di azioni Asia. Dal punto di vista settoriale, le principali aree di investimento sono i titoli bancari e assicurativi (13,6%), quelli tecnologici (12%) e le telecomunicazioni (10,5%).

Intanto negli Stati Uniti diverse boutique finanziarie stanno allestendo, già da un paio di anni, strategie di portafoglio basate su una selezione di titoli con dividendi relativamente elevati, ben sostenuti dai profitti, con una volatilità relativamente bassa. La minore volatilità dei prezzi non solo può aiutare a ridurre la paura degli investitori durante i mercati in discesa, ma può anche preservare il capitale per approfittare dei recuperi successivi del mercato. Nell’articolo “Wall Street, perchè adesso si punta ad una selezione di società high dividend” si spiega come sia possibile allestire portafogli con queste caratteristiche e con un beta (correlazione con l’indice S&P500) di 0,52: vale a dire ad una variazione (positiva o negativa dell’indice) corrisponde lo stesso movimento del portafoglio ma con volatilità praticamente dimezzata. E il tutto senza rinunciare alla performance: una di queste, la LM Low-Volatility High-Dividend LVHD, che ha esordito sul mercato nel dicembre 2015, vanta un rendimento del 23,6% contro il 19% dell’S&P500. Ma su quali titoli investe? Tra quelli utilizzati figurano, per esempio, Darden Restaurants, Philip Morris International, Boeing, Eaton Corp., IBM, McDonald’s Corp., Reynolds American, Altria Group, PepsiCo, e Cisco Systems: tutte società che pagano dividendi annui tra il 2,7% e il 3,7%.

Infine, per tutti coloro che guardano con crescente interesse agli investimenti ESG e SRI c’è da segnalare un indice elaborato da un’organizzazione no profit che ha classificato il rischio climatico nelle scelte di investimento di 500 grandi investitori a livello mondiale. Si chiama Global Climate Index 2017 ed è stato elaborato da Asset Owners Disclosure Project (AODP), l’organizzazione internazionale no-profit che analizza e valuta il comportamento di centinaia di investitori in tutto il mondo, per classificare il comportamento (in tema di scelte di investimento in funzione dei rischi climatici) dei 500 maggiori investitori istituzionali al mondo tra fondi sovrani, fondi pensione e assicurativi, fondazioni, che gestiscono risorse per circa 40.000 miliardi di dollari. Tutti i dettagli nell’articolo “Scelte d’investimento, ecco l’indice che misura il rischio climatico”.

 

Source: https://it.businessinsider.com

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