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La tristezza ha bisogno di empatia, non di ignoranza

La tristezza ha bisogno di empatia, non di ignoranza
14 maggio 2017

Empatizzare con la propria tristezza a volte è complicato. Significa, innanzitutto, accettare che esiste. Non provare vergogna nell’ammetterlo né arrovellarsi perché esiste. La tristezza ci parla di un dolore che ha toccato il nostro animo, un dolore che fa male e che ha bisogno di essere provato.

Risulterebbe semplice accogliere la nostra tristezza se non fosse che spesso è vista di cattivo occhio. “Non c’è tempo per essere tristi. La vita è una sola e bisogna essere felici e sorridere. Non vale la pena essere tristi”. Quante volte avete sentito questa frase?

È vero che abbiamo solo una vita, e ovviamente sarebbe meglio essere sempre allegri e non avere problemi che intristiscano la nostra esistenza. Ma la tristezza esiste. Perché la vita è luce e buio. Ed entrambe convivono nello stesso spazio e nello stesso tempo.

La tristezza ha bisogno di essere ascoltata per essere compresa

Percepiamo la nitidezza della luce grazie ai momenti che abbiamo passato al buio. Grazie all’oscurità, la luce ci salva con la sua brillante saggezza. Pertanto, continuando a sfruttare questa meravigliosa metafora, come non intendere la tristezza allo stesso modo?

Grazie alle delusioni, agli addii e, in generale, ai colpi che la vita ci infligge, ne comprendiamo il significato e impariamo delle lezioni. Lezioni che ci formeranno come persone, come i granelli di sabbia formano la spiaggia.

Le esperienze dolorose vengono filtrate da un pozzo di saggezza. L’inevitabile oscurità si trasforma in luce. Si trasforma in apprendimento e ci mostra ciò che dovremmo estrapolare da quelle esperienze. Per questo motivo, prendetevi il vostro tempo per convivere con la vostra tristezza, per comprenderla. Per capire cosa vi ferisce e qual è il significato di tale dolore nella vostra vita.

Circondatevi di persone che non privino di valore la vostra tristezza

Nessuno può decidere cosa dobbiamo provare. Non con argomenti stupidi come “non vale la pena piangere”… Piangete se ne sentite il bisogno! Perché ne vale la pena, perché per voi ne vale la pena. Il vostro dolore ha un valore in questo momento della vita. Piangete se ne sentite il bisogno. Piangere allevia ed elimina lo stress. Aiuta a calmare il caos interiore. Fa fluire il dolore.

Ascoltate la musica che preferite. Prendetevi cura di ognuna delle vostre emozioni. Comprendetele. Se si fanno vive, è perché c’è qualcosa nel vostro animo che ha bisogno di essere ascoltato e preso in considerazione. Circondatevi di persone che sappiano valorizzarvi e che facciano lo stesso con le vostre emozioni.   

Persone che non vi dicano che siete deboli perché vi sentite tristi né che vogliano privarvi della vostra tristezza senza aver empatizzato con essa. Non esiste dolore più grande che condividere il dolore stesso e che questo non venga accolto o peggio ancora, ignorato o disprezzato. La sensazione di non sentirsi ascoltati né valorizzati incrementa ancor di più la tristezza e la rende più pesante.

Condividere il dolore lo allevia più che ignorarlo

Ricordate quella volta in cui condivideste il vostro dolore con quell’amico che avevate e che, lungi dal volervi far smettere di sentirvi tristi, è stato al vostro fianco e a quello della vostra tristezza? Lasciandola esistere e accogliendola. Avete parlato e forse l’ironia si impadronì di alcune delle vostre parole o frasi.

Quella è la vera compagnia del dolore. La compagnia che accoglie e si prende cura. La compagnia che rispetta i tempi e non conosce fretta. Una compagnia saggia, che abbraccia il dolore. Lo abbraccia a tal punto che lo rende più piccolo. L’emozione si calma e il senso di quel dolore diventa sempre più chiaro.

Un senso che non si scopre mai quando nascondiamo la tristezza, quando non l’approfondiamo. Pertanto, abbracciate il vostro dolore e lasciate che esso vi abbracci. Proverete una sensazione di immediato sollievo quando sarete in giusta compagnia…la VOSTRA.

Source: lamenteemeravigliosa.it

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