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Le fondazioni legate alla politica e chi le guida

8 marzo 2017

Si contano 65 fondazioni politiche, il numero è aumentato dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, dove la trasparenza è un optional. Il 93,33% omette, con la scusa della privacy, di rendere accessibile l’elenco dei soci e dei donatori. Si torna così a discutere di trasparenza dopo il finanziamento di Alfredo Romeo (50mila euro) alla fondazione Magna Carta di Gaetano Quagliarello per sostenere il quotidiano La Verità. In base a quanto riportato sulle pagine del Corriere della Sera.

“Attraverso una specie di call vengono informati del progetto gli imprenditori che nel tempo avevano avuto rapporti con la fondazione o dato contributi destinati a progetti specifici, tutti rigorosamente registrati e riportabili nei bilanci consultabili di Magna Carta. Fra questi Alfredo Romeo… con lui, per altro, l’interlocuzione risulta facilitata con il suo rapporto di collaborazione con Italo Bocchino…”. Lo racconta l’ex ministro per le Riforme del governo Letta, sul sito dell’Occidentale.

L’iniziativa spesso arriva dalla politica

E’ proprio Italo Bocchino, ex deputato del Pdl, braccio operativo dell’imprenditore Alfredo Romeo (arrestato), indagato nell’inchiesta Consip, a confermare che, spesso, l’iniziativa la prende la politica: “Romeo, in una lettera  di precisazione inviata dopo una puntata di Report in cui si parlava dei finanziamenti legittimi fatti a varie fondazioni, puntualizzava: ‘Nessun finanziamento era stato fatto se non richiesto…'”.

Il caso della fondazione Open

Poca trasparenza , dunque, anche se poi i 60mila euro donati nel 2014 dalla società della moglie di Romeo alla Fondazione Open (il motore del fundraising di Matteo Renzi) erano stati oggetto di un’intervista dell’allora sindaco di Firenze: “Io quel finanziamento non l’avrei accettato…”. Ma quei soldi andavano restituiti? “Non so, chiedetelo alla Fondazione”, tagliò corto Renzi. Per il resto, il biglietto da visita di Open ce l’ha in tasca il presidente, l’avvocato Alberto Bianchi, che oltre a essere consigliere d’amministrazione dell’Enel è ‘arbitro’ nelle controversie che investono la Consip.

Le virtuose

Luciano Violante (Pd), che dirige l’Associazione Italia Decide, è tra i 4 presidenti (su 65) ad aver messo in chiaro chi sono i suoi finanziatori: “Intesa, Unicredit, Eni, Fs, Enel, Finemecacnica, Poste…”, risponde l’ex presidente della Camera: “Romeo? No, non è tra i nostri”. Ermete Realacci (Pd), con la Symbola (un centro di ricerca sull’ambiente che pubblica anche in cinese) chiede ai suoi sostenitori di metterci la faccia: “Donazioni in chiaro e poi mettiamo un tetto, 10mila euro all’anno, perché il piccolo imprenditore conti come Coldiretti, Confartigianato, Legambiente, Enel e Unioncamere”. E Romeo? “Conoscendoci, non si è fatto vedere”, ride di gusto Realacci.

La proposta di legge

Antonio Misiani, l’ex tesoriere del Pd che oggi sostiene Andrea Orlando alle primarie, ha presentato una proposta di legge per equiparare le fondazioni ai partiti, togliendo anche il vincolo della privacy: in questo modo tutte le donazioni superiori ai 5.000 euro (massimo 100mila euro) dovrebbero essere pubbliche.

Source: agi.it/politica

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