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Le rinnovabili per la prima volta in calo

17 ottobre 2017

 

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Situazione che impensierisce e sulla quale gli esperti hanno già iniziato a formulare ipotesi. Sicuramente, sostengono i ricercatori, la ridotta piovosità (che ha spinto la richiesta di stato di calamità naturale nella Regione Lazio nei mesi scorsi, per esempio) ha fortemente ridimensionato il contributo dell’idroelettrico.

Ma di certo la scarsa attenzione al settore e i continui “regali” alle fonti fossili, aggiungiamo noi, non possono non contribuire ad un’inversione di tendenza che ci auguriamo sia solo momentanea. Appena due anni fa, d’altronde, uno studio shock del Fondo Monetario Internazionale rilevava come le sovvenzioni a favore delle fonti fossili fossero superiori alla spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo. E il nostro Paese non faceva alcuna eccezione, anzi.

In Italia questi “regali” vengono tuttora elargiti, a partire dai via libera alle trivellazioni in mare anche in deroga a limiti di legge, fino a decreti per gli incentivi alle rinnovabili che spesso in realtà si rivelano di ostacolo allo sviluppo del settore.

Trovare una causa non è facile, ma è oggettivo come le rinnovabili non siano la priorità per il nostro Paese ed è ancora più oggettiva l’analisi, che purtroppo evidenzia numeri preoccupanti. Tra l’altro, accanto alla riduzione delle rinnovabili, lo studio ha rilevato anche aumento dei consumi di energia (+1,6%) e delle emissioni di anidride carbonica (+1,9%), ma soprattutto un record di importazioni che potrebbe portare a fine anno la nostra dipendenza dal gas estero ad oltre il 92%.

Non era importante continuare a trivellare i nostri mari per ridurla?

Ai posteri l’ardua sentenza su quanto sta accadendo, ma a noi il cambiamento di rotta.

Source: greenme.it

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