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Lettera aperta a mia sorella

15 gennaio 2017

Cara sorella,

Siamo sorelle, ma a dire il vero non ci siamo mai dette tutto. Non ne avevo mai sentito il vero e proprio bisogno: a me, essere sorelle, bastava. Mi bastava sapere di esserci, per te; ma mi sono chiesta se “esserci” andasse oltre la presenza fisica e ho trovato la risposta attraverso uno sguardo dentro di me, fra gli scaffali più polverosi del mio essere, dove ho trovato i lati di me stessa che non mi sono utili ma che ho paura di eliminare, di  cancellare. E se un giorno la vita mi costringesse a spolverare i lati di me che io odio? Non sarebbe meglio, allora, riempire quegli scaffali e lasciarli cosi come sono, forse per sempre? Pensavo. Ma il mio dubbio, vedi, il mio dubbio è che io non riesca a parlarti di questi scaffali senza distruggere l’immagine che tu hai di me, per il semplice fatto che vedendo le mie fragilità perderesti quel punto di riferimento che in me trovi sempre pronto ad essere lì per te, e da nessun’altra parte. Perciò volevo rassicurare te, e in particolar modo me stessa, del fatto che è dal modo in cui una persona fronteggia le proprie fragilità che si misura la sua forza. Vorrei insegnarti proprio questo, nel modo più chiaro che io possa utilizzare: le fragilità uccidono la bellezza che c’è nel cuore. Ma arriva per ognuno il giorno in cui quelle fragilità sembrano cambiare forma e diventare ciò che c’è di più bello. Non dimenticare che sono i nostri punti deboli che rendono i nostri punti di forza ancora più importanti. Ci saranno sempre persone che giocheranno con le stesse fragilità che tu hai e che loro sanno riconoscere, come se non fossero altro che bersagli fatti apposta per essere colpiti. Prima o poi succede a tutti di aspettarsi se stessi dagli altri.

Ma forse il mondo è bello per questo, non credi? Fra tutte le persone che non hanno tempo di apprezzarti, ci sarà qualcuno che si metterà in ascolto del tuo cuore. E capirà. Ho avuto modo di comprendere che le persone, le persone speciali, non hanno molti amici.

Mi fido solo delle persone che restano. Che restano nonostante il tempo, nonostante le incomprensioni, nonostante me.

So di avere un carattere particolare, a causa del quale non sempre vengo compresa da tutti e anzi, molto spesso, vengo fraintesa. Ma mi piace non piacere a tutti. Non fraintendermi quando dico che in effetti sono fragile. Pensa al fatto che non l’ho mai detto a nessuno; sono sempre stati gli altri a capirlo, proprio dal modo in cui cercavo di nasconderlo. Ma visto che mi fido di te e mi fido del futuro, che mi ha promesso per te grandi cose, non esito a parlarti di quanto sia barcollante la mia sicurezza.
Ci sono diversi tipi di persone che ai miei occhi acquistano un valore fondamentale. Innanzitutto, ammiro le persone che prima di parlare pensano e ripensano a che cosa dire, perché nel profondo hanno la cura di chi sta loro intorno e non intendono ferire nessuno. Desiderano solamente parlare. E c’è qualcosa in loro e nel loro modo di porsi che per me ha sempre rappresentato una ovvia, ma mai scontata protezione dal mondo. Credo, infatti, che l’intelligenza non sia data dalle parole pronunciate, ma da quelle non dette per non ferire.

Ci sono poi persone impossibili da capire, perché non vogliono essere capite, a cui basta un soffio di vento per sentirsi trasportati da un mondo all’altro, che nelle auto al semaforo, fra le foglie degli alberi e le porte socchiuse vedono migliaia di storie nascoste che non conoscono e verso le quali nutrono un profondo rispetto, che in mezzo ad un mare di gente riescono a sentire il silenzio. Ecco, sono queste le persone che hanno per me maggiore importanza. Forse hanno per me così tanta importanza perché tutti noi siamo quelle persone. Non subito, non del tutto, non in superficie, ma lo siamo. Ed è inutile ignorare.

L’indifferenza è sempre stata fra i miei scaffali più profondi, impolverata, sempre al suo posto e fedele a se stessa, perché l’indifferenza presuppone sfiducia, presuppone arroganza. E ti ho detto che sono fragile, giusto? Ma chi non lo è? Esistono persone che sentendo di aver deluso non cadono a pezzi? Esistono persone così?

Non pensare a me come a un concentrato di paradossi e di insicurezze, ma pensa a me come la sorella che vorresti avere e che io mi impegnerò ad essere.

Credo di non aver mai pensato a me stessa come una persona forte, infatti non lo sono, non lo sono perché continuo ad essere convinta di non esserlo, ma ti farà piacere sapere che sto provando ad essere “più” di quello che sono sempre stata. Sto provando a trovare la forza che è nascosta in me e ad utilizzarla. Sto provando a non lasciare che le opinioni altrui mi segnino. Ho capito, e sto imparando, che un leone non perde il sonno per il giudizio di un gatto.

Però, sai, credo non sia affatto semplice non sentirsi mai abbastanza, per nessuno. Spero di esserlo, almeno ai tuoi occhi.

L’unico consiglio che posso darti è di non pretendere mai dagli altri che siano, che pensino, che percepiscano, come te. Semplicemente, non pretendere. Quello che è importante è che tu convinca le persone a non comportarsi come macchine, ma come esseri umani.

Ci vediamo presto.

il mondo di philo

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