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McDonald’s punta sulle consegne a domicilio

29 marzo 2017

In tempi di crisi bisogna reinventarsi. E se i menù scontati, i nuovi metodi di pagamento e l’attenzione ai valori nutrizionali non bastano, McDonald’s decide allora di puntare sulle consegne a domicilio.

Se Maometto non va alla montagna…

Dal 2012 il colosso degli hamburger Usa ha perso milioni di clienti e per invertire questa tendenza ha deciso di cambiare filosofia: il cliente non viene da noi? Andiamo noi da lui e gli portiamo il cibo a casa. L’altro cambiamento ‘epocale’ studiato da McDonald’s sono i pagamenti online: dalle casse dei fast food si passa quindi ai dispositivi mobili. “Il mercato delle consegne dei ristoranti – spiega il vicepresidente Lucy Brady nel corso di una convention a Chicago – vale 100 miliardi di dollari e sta crescendo. C’è una significativa opportunità che non abbiamo ancora usato”. Sul servizio di ordinazioni online McDonald’s intende muoversi “in fretta” e “su larga scala”. L’obiettivo è quello di inserire ordini e pagamenti tramite web per 20.000 dei suoi ristoranti nei principali mercati, incluso quello Usa, entro la fine dell’anno.

Un nuovo modello di business per aumentare le vendite

L’agenzia Bloomberg rivela che il gruppo ha stimato nuovi target di crescita grazie al nuovo modello di business. L’obiettivo è quello di raggiungere un aumento delle vendite tra il 3% e il 5% a partire dal 2019 e di incrementare i margini operativi dall’attuale 20% al 40%. Brady fa notare che negli Usa, in Gran Bratagna, in Francia, in Germania e in Canada circa il 75% della popolazione vive vicino a un punto vendita McDonald’s. “Siamo più vicini ai nostri clienti di qualsiasi altra compagnia di ristorazione al mondo” spiega Brady, lasciando intendere che questo rende le consegne a domicilio un business ancora più appetibile per il gruppo.

Chi consegnerà gli hamburger?

Oltreoceano, molti punti vendita della McDonald’s stanno già effettuano consegne a domicilio, un servizio che nel 2016 ha consentito al gruppo di registrare vendite per un miliardo di dollari. Adesso punta a estendere questa modalità di vendita e sta sperimentando il modo migliore di farlo con Postmates, Uber Technologies, UberEats e Foodpanda. A Chicago, McDonald’s ha reso noto che anche GrubHub è stata inclusa nella squadra che verrà adibita al servizio. Questa nuova partnership non è stata ufficializzata ma il solo fatto che se ne parli ha fatto salire del 3,9% il titolo di GrubHub.

Steve Easterbrook, Ceo del colosso del fast food, ha spiegato che McDonald’s intende siglare diversi accordi con società specializzate nella consegna ma non ha ancora deciso quali saranno. Un’altra idea è quella di utilizzare partner diversi a seconda dei mercati e un’altra ipotesi ancora è quella di acquistare tecnologie e proprietà intellettuali per svolgere questo servizio.

Per il momento il servizio non interesserà l’Italia ma i food delivery che operano nel nostro Paese si dicono pronti a cogliere la palla al balzo. “Siamo contenti che un colosso come McDonald’s abbia avviato questo processo di valutazione. Noi siamo pronti a cogliere questa occasione e a offrire un servizio qualitativo e ad altissimo potenziale”, ha fatto sapere Just Eat.

Quanto vale la consegna a domicilio digitale in Italia

Il digitale rappresenta oggi la risposta ai bisogni di varietà, scoperta e condivisione delle persone in tema di consumo di cibo, generando un incremento della spesa media del 56% e un volume di affari per i ristoranti pari a 50 milioni di euro in un mercato con un potenziale di 1,77 miliardi di euro su base annua. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Just Eat realizzato in collaborazione con ICRIOS – Bocconi.

L’indagine esplora trend emergenti e nuove abitudini di consumo nell’ambito del digital food delivery, sottolineando come la varietà del cibo e l’impatto economico di questo mercato siano al centro di una nuova era guidata dal digitale. Dallo studio, condotto su un campione di 16.436 consumatori rappresentativi della popolazione attuale del servizio di digital takeaway, emerge un trend chiaro: Il 74% del campione sente forte il bisogno di variare cibo e ristoranti, e scoprirne di nuovi, possibilmente di culture diverse.

Sulla base dei dati raccolti dal primo Osservatorio nazionale sul mercato del takeaway in Italia, realizzato da Just Eat nel 2016 con GFK-Eurisko, che ha stimato in 7 milioni di persone il potenziale del digital takeaway in Italia, la varietà dei tipi di cucina è un mercato per il digital takeaway dal valore potenziale su base annua di 1,77 miliardi di euro.

 

Source: www.agi.it

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