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Da quando mi sveglio a quando vado a dormire comando io il mio cuore

Da quando mi sveglio a quando vado a dormire comando io il mio cuore
22 giugno 2017

Il nostro cuore non deve avere padroni o locatori. È solo nostro, siamo noi gli unici proprietari, perché il nostro cuore determina la nostra autonomia, pompa l’amor proprio e l’ossigeno dell’autostima, così possiamo amare in maniera piena, soddisfacente, e possiamo essere padroni del nostro cammino e artefici di una vita degna di essere vissuta.

Raggiungere questa autonomia personale, in cui rimanga integro il sentimento di intimità con le persone più importanti per noi, non è un compito facile. Di fatto, se guardiamo lo schema classico e tradizionale dei rapporti di coppia, ci renderemo conto che l’autonomia e l’intimità sono classificati come due stati incompatibili.

D’altra parte, non mancano nemmeno le correnti di pensiero filosofico che ci ricordano che nessuno è completamente libero e incondizionato quando si tratta di decidere il cammino da seguire. Tutti rispondiamo a certe norme sociali, culturali e perfino ideologiche. Invece di interiorizzare questo genere di approcci basati su momenti deterministici o mancanza di ottimismo, è bene ricordare ciò che dicono gli studi sulla psicologia individuale.

Le persone devono fare uno sforzo enorme per concordare un impegno autentico con se stesse. L’autonomia personale e la capacità di decidere cosa si vuole o meno in ogni momento sono principi base del benessere psicologico che meritano buona parte del nostro sforzo quotidiano. Il nostro cuore, inteso come una dimensione metaforica in cui risiede il nostro mondo emotivo e perfino la nostra identità, è un universo costantemente in crescita.

Lasciamo, allora, che si espanda, che sia padrone di se stesso, ma che allo stesso tempo sia abbastanza umile e sensibile da saper entrare in connessione con le persone che lo circondano in maniera autentica. Perché la magia risiede nell’equilibrio.

Perdiamo l’autonomia nelle piccole decisioni di tutti i giorni

Mettere da parte il lavoro perché ce lo chiede il partner. Rinunciare all’amore della nostra vita perché ai nostri genitori non piace. Cambiare le nostre passioni perché i nostri amici hanno sempre altri piani. Arrenderci prima del tempo perché nessuno ci sostiene nei nostri obiettivi.

Sono esempi generici di come possiamo minare la nostra stessa dignità, autostima e identità. Questo sabotaggio (ed è importante tenerlo in considerazione) non parte esclusivamente dalle persone che ci circondano. In molti casi dipende anche da noi stessi.

Non dobbiamo colpevolizzare solo chi si appropria delle redini della nostra vita. Riconosciamo, piuttosto, la nostra responsabilità quando cediamo e inciampiamo in questa situazione di vulnerabilità e incertezza.

D’altra parte, ricordiamo che chi lascia il timone della propria vita in mani altrui non lo fa spontaneamente. In realtà, è un esercizio quotidiano che sottovalutiamo a proposito, come chi un bel giorno decide di non lavarsi più, di non rasarsi, di non pettinarsi e di non tagliarsi le unghie. È l’igiene psicologica e un principio di salute emotiva a cui rinunciamo cedendoli ad altri. Non è la cosa più indicata da fare.

La dignità non deve finire in mani estranee. Nessuno può o deve seminare i semi dei suoi desideri egoisti nel nostro cuore e nemmeno venderci obiettivi che non corrispondano ai nostri valori. Non importa se quelle mani abituate a manipolare la nostra identità siano quelle del partner, dei nostri genitori o del nostro presunto migliore amico.

Ci sono territori che sono privati e che nessuno dovrebbe attraversare. Prenderci cura delle proprietà relative al nostro essere è una cosa che compete a noi stessi, è un lavoro di igiene quotidiana che non va mai sottovalutato.

Respirare, contare fino a 10 e ritrovare l’autonomia

La dottoressa Carol D. Ryff, dell’Università della Pennsylvania, è uno dei massimi esponenti della psicologia positiva. Tra il 1989 e il 1998 ha sviluppato l’interessante modello di “Benessere psicologico” che al giorno d’oggi continua ad essere uno dei contributi più importanti per quanto riguarda la crescita personale di una persona. Ha molto a che vedere con il principio di salute a cui abbiamo accennato in precedenza.

Vi invitiamo a riflettere sui principali punti di questo modello per cominciare a lavorare sulla vostra autonomia emotiva e psicologica fin da subito.

Il modello di benessere psicologico che tutti dovremmo seguire

Uno dei punti più interessanti dell’approccio della Dottoressa Ryff ha a che vedere con la neuroscienza. Secondo l’esperta, quando intorno a noi succede qualcosa che va contro i nostri valori o quando qualcuno ci impone con forza la sua opinione o ci obbliga a fare qualcosa che non ci piace, la parte di noi che reagisce all’istante è il nostro sistema limbico.

Questa struttura cerebrale legata alle nostre emozioni è come un segnale di allarme. È quella sirena interiore che ci sussurra quel “fai attenzione, qualcosa sta andando storto”. Si manifesta subito lo stress e il cortisolo entra nel nostro flusso sanguigno. In questi casi, l’ideale è riuscire a dare ascolto a questa sensazione e semplicemente contare fino a 10. In seguito, dobbiamo reagire in accordo con i nostri bisogni reali.

Non è facile riuscire in questa impresa, ma a poco a poco ce la farete se imparate ad integrare nella vostra vita questi principi di benessere psicologico.

  • Ogni giorno mettete in pratica l’auto-accettazione.
  • Sia vostra priorità coltivare rapporti positivi e soddisfacenti con le altre persone. Se una relazione concreta, che sia di amicizia o amorosa, non corrisponde a questi principi, allora dovete prendere in considerazione un cambiamento.
  • Fissate un obiettivo di vita che sia chiaro e realizzabile. Lottate per realizzarlo.
  • Investite sulla vostra crescita personale. Ogni momento è buono per farlo.
  • Cercate di mantenere il giusto controllo sulla vostra realtà. Siete voi a dirigere la vostra vita, siete voi ad orientarla, a decidere, a dire basta, a stabilire dei limiti e a dovervi assumere la responsabilità delle decisioni che prendete.

In conclusione, siamo consapevoli che queste strategie non possono essere assimilate dall’oggi al domani. Tuttavia, non dimenticate che se in un dato momento vi sentite bloccati o notate che state perdendo la vostra autonomia, applicate il classico rimedio che usano tutti: “respirare, contare fino a 10 e REAGIRE, perché il mio cuore lo comando io!”.

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