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Non Siamo Tutti Emotivi

1 agosto 2017

La riflessione arriva dall’Inghilterra e l’occasione è stata l’intervista che il principe Harry ha rilasciato al Daily Telegraph;  dopo anni di silenzio rispetto alla morte della madre, il principe ha scelto di parlare pubblicamente dell’accaduto, raccontando di come il non aver prestato ascolto alle sue emozioni per tutta la sua adolescenza l’abbia poi portato a vivere anni di caos emotivo.

A quanto si legge in un articolo del Financial Times che propone una considerazione sul tema delle emozioni, “l’obiettivo dichiarato del principe è eliminare il senso di vergogna che ancora avvolge i disturbi mentali e dare un consiglio a una nazione reticente: i sentimenti esistono per essere vissuti.” Una specie di lasciapassare emotivo per un paese che un certo stereotipo associa a un comportamento freddo e apatico. Questo “risveglio” è una novità positiva, ma sembra esserci ancora una parte inesplorata nel discorso sull’emotività; riconoscendo solo due tipi di persone – chi vive le proprie emozioni e chi le soffoca – si rischia di non prendere mai in considerazione una terza categoria: quella delle persone che non hanno forti emozioni da gestire, semplicemente perché non le provano. 

Ma esistono davvero persone non particolarmente emotive? Avremo senz’altro conosciuto donne e uomini che appaiono “freddi”, che non si lasciano trasportare dall’emotività e che vivono con moderazione ogni evento della loro vita: possiamo dire, con certezza, di tutto loro che stiano nascondendo in realtà un uragano di emozioni? O non potrebbe essere invece, che al posto di nascondere chissà quale meccanismo psicologico questo comportamento sia soltanto l’espressione di una semplice assenza di emozioni?

L’articolo del Financial Times di Janan Ganesh, suggerisce che il riconoscimento di questa categoria potrebbe rappresentare una nuova sfida culturale; va bene incoraggiare le persone a non trattenere le proprie emozioni e imparare riconoscerle, ma bisogna prestare attenzione a non rischiare di bollare l’emotività come normalità e l’assenza di emozioni come patologia, facendo magari sentire sbagliate le persone che non si sentono coinvolte dalla maggior parte delle situazioni che vivono.  Pensandoci, ho spesso combattuto contro la freddezza di alcuni soggetti, con la stessa determinazione – e un senso di fastidio – di quando ti accanisci per scoprire un mistero o risolvere un problema, come se ci fosse qualcosa da indagare all’origine di quell’apparente distacco emotivo. Il fatto è che, dopo neanche troppo tempo, ho capito che il mistero o i problemi che pensavo di risolvere nell’altra persona davvero non esistevano, se non nella mia emotività, e nel mio modo di pensare – secondo quel rischioso principio per cui tendiamo a comportarci con gli altri come faremmo con noi stessi, dimenticandoci che invece è cosa buona e giusta avere personalità ed emotività diverse. Quando finalmente mi sono messa in una posizione di ascolto e ho capito che alcune persone non hanno una serie di retro-pensieri o flussi emotivi bloccati, ma sono semplicemente così, mi sono data pace su diversi fronti, scoprendo, inoltre, l’ingiustificato sospetto che questo atteggiamento può suscitare.

“L’assenza di emozioni sembra che ci impressioni più della loro espressione estrema”, continua Ganesh, facendo emergere una difficoltà culturale a capire le persone che non comunicano con i nostri stessi mezzi – primo tra tutti l’empatia. Mancando di questo strumento, spesso è difficile entrare in sintonia con qualcuno che non risulta essere “accessibile” come gli altri. Viene riportato l’esempio del James Bond di Roger Moore, come emblema di un personaggio freddo e anaffettivo, con cui siamo comunque riusciti a stabilire una connessione.

Senza entrare nel dettaglio del personaggio di James Bond, credo che il paragone sia chiaro: probabilmente è più facile per noi identificare quella freddezza in una spia piuttosto che in persona vicina a noi – dalla quale ci aspettiamo un certo tipo di coinvolgimento – ma detto questo, al di là delle nostre aspettative esistono tanti tipi di emotività (e non emotività) che meritano di essere scoperti.

Source: freedamedia.it

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