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“Non vado a fare il fighetto”: Renzi nella Silicon Valley a caccia di idee

23 febbraio 2017

Lontano dalle polemiche, smessi i panni da presidente del Consiglio e da segretario del Pd, Matteo Renzi vola Oltreoceano per “rinfrescare la mente”, per cercare risposte contro i populismi e idee con cui riproporsi alla guida del Paese.

“Non sono in California per fare il fighetto”

“Non sono venuto in California a fare il fighetto. Sto cercando di ossigenare il cervello, e in quattro e quattr’otto abbiamo messo su questa roba di due giorni e mezzo, incontrando Elon Musk di Tesla, Tim Cook della Apple, il fondatore di Airbnb, Stanford, la comunità italiana” dice in un’intervista a ‘La Stampa’, raccontando lo scopo “politico” del suo viaggio a San Francisco.

Nella Silicon Valley per studiare il rapporto tra università e aziende

“Io – aggiunge – avevo iniziato la mia prima visita da premier negli Stati Uniti dalla West Coast, non dalla East. Stanford ad esempio è un punto di riferimento fondamentale per il rapporto tra le università e il lavoro, le università e le aziende. Nessuna delle grandi compagnie della Silicon Valley che tutti conosciamo esisterebbe, se non ci fosse stata la straordinaria forza di Stanford e delle altre grandi università. Questo è il tema che mi sta a cuore: il rapporto tra le università e l’innovazione, e il messaggio positivo dell’innovazione”.

“La California produce il 50% del pil degli Usa, che è molto più grande del nostro, ed è generato dalle aziende nate qui. Allora mi chiedo: facciamo l’elenco delle aziende più grandi nate in Italia negli ultimi 20 anni? E’ più facile contare quelle andate via. Vogliamo avere solo uno sguardo di rassegnazione e ritiro, o vogliamo provare a trovare soluzioni innovative? Questo è il mio ragionamento”.

Per battere i populismi serve innovazione

“La risposta al populismo potrebbe stare nella crescita favorita dall’innovazione – propone Renzi – a condizione che ci aggiungiamo un pezzo mancato anche nella mia narrazione: come garantire un sistema di protezione a chi si sente tagliato fuori”. “Quando viene proposto, ad esempio dai Cinque stelle, il reddito di cittadinanza a tutti, è un messaggio sbagliato perché favorisce il ripiegamento su se stessi. Posso anche non cercare lavoro, tanto ricevo comunque lo stipendio. Invece il messaggio deve essere: mettiti in gioco, provaci. Poi, se non ce la fai, io ti do una mano. Non è un reddito di cittadinanza per tutti, ma un paracadute per chi non ce la fa. In cambio fai formazione, lavori. Bisogna dare un messaggio di stimolo, di forza. Il punto è come”.

In Italia solo il Pd discute al suo interno e perciò fa notizia

Quanto al partito democratico e all’obiettivo di riproporsi come forza di governo capace di dare un futuro all’Italia: “Io penso che il Pd sia una grande cosa. Ora fa notizia perché litiga, ma sta facendo una cosa bella: discute al suo interno e prepara un congresso democratico. La cosa strana è che in Italia lo facciamo solo noi. Gli altri hanno un modo diverso di agire, e di conseguenza noi facciamo notizia. Però è impossibile che questo dibattito nel Pd sia soltanto sulle regole, è cruciale e fondamentale che sia sulle idee. Perciò al Lingotto lavoreremo solo su questo. Penso al tema del terzo settore e del sociale, all’innovazione, ma anche a come si fanno le cose già esistenti, dall’università alla scuola. Credo che ragionando su quello che funziona e quello che non va, si possa scrivere una pagina nuova”.

Source: agi.it/politica

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