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Perché gli Hobby Ci Rendono Felici?

25 gennaio 2018

Siamo sul finire di questo gennaio 2018 ed è probabile che molti di noi abbiano iniziato il nuovo anno con l’idea di portare avanti i buoni propositi. Ora, tra questi propositi, oltre agli obiettivi riguardanti il lavoro, è possibile che compaiano anche altre attività, che non hanno uno scopo se non quello di farci sentire meglio o di soddisfare una nostra curiosità. “Come sarà questo yoga? Dicono che faccia bene, diamogli una possibilità“.

Ebbene, che sia lo yoga, la pole dance, il teatro, la corsa, il lavoro a maglia, la fotografia, il giardinaggio o qualsiasi cosa rappresenti per noi un hobby, il tempo sottratto agli stress lavorativi può essere molto prezioso e merita di essere coltivato. O almeno, così pensa Patricia W. Linville, professoressa presso la Fuqua School of Business della Duke University. Linville ha studiato l’idea della self-complexity (complessità individuale), ovvero quell’insieme di ruoli e caratteri attraverso cui definiamo la nostra identità. Secondo la studiosa, più la nostra visione dei noi stessi è ristretta, più è facile essere inclini a depressione o ansia. Se ci identifichiamo unicamente nel nostro lavoro, ad esempio, ogni difficoltà che riscontriamo può metterci totalmente in crisi; al contrario, se ci riconosciamo in diversi ambiti, possiamo gestire meglio lo stress, avendo altri spazi dove la nostra identità non viene minacciata. Poter contare su modi diversi per connettersi con se stessi diventa uno strumento importante per non dipendere emotivamente da un solo aspetto della nostra esistenza. E in questo senso, le attività del nostro tempo libero giocano un ruolo fondamentale.

In un hobby si possono trovare occasioni per coltivare aspetti del proprio carattere che magari non trovano spazio nell’ambito lavorativo o famigliare; può servire a conoscere persone nuove, al di fuori delle nostre solite frequentazioni, dove ci si può sentire “ingabbiati” in un determinato ruolo. Un hobby può dare sfogo alla nostra creatività o promuovere il confronto con persone di età diverse dalla nostra, con cui ci relazioniamo raramente; oppure ci può servire a riprendere il contatto con la natura. In tutti casi è qualcosa che ci fa sentire bene, in cui ritroviamo la sicurezza in noi stessi; un’opportunità per metterci alla prova senza il peso delle responsabilità o delle aspettative, migliorando la fiducia nelle nostre capacità.

Se dunque arriva la fatidica domanda cosa lo fai a fare?”, che ci si sente dire puntualmente quando si annuncia con tutto il candore del mondo di aver cominciato un’attività apparentemente distante da “noi”, si può obiettare che quel “noi” comprende molto di più di quello che si può pensare. Ci sono dei momenti in cui diventa essenziale misurarsi con nuove sfide per conoscere meglio le proprie capacità e scoprirne di nuove – senza che queste debbano per forza diventare una fonte di guadagno.

Ogni tanto fa bene ripetersi che il tempo sottratto al lavoro non è tempo perso o “inutile”. In un articolo apparso sul The Guardian viene citata una ricerca della Society for Personality and Social Psychology, in cui si afferma che “dare un valore maggiore al tempo invece che al denaro, aiuta a stare meglio” laddove “dare un valore al tempo” significa trascorrere momenti di relax con la famiglia o dedicati allo sport e agli hobby. 

Lasciamo dunque perdere chi ci prende in giro per i nostri interessi (magari ritenuti bizzarri) o chi considera gli hobby un tempo perso, e continuiamo a coltivare le nostre passioni: anche la scienza ci dice quello che forse avevamo già chiaro in testa, ovvero che tra tutti i nostri impegni, non bisogna dimenticare di riservarsi un tempo per qualcosa che semplicemente ci piace e ci fa stare bene.

Source: freedamedia.it

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