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Ragusa, l’opera “Eternity” che parla della ‘polvere killer’

1 marzo 2017

Un successo di critica e di pubblico notevole quello riservato a ETERNITY, l’opera teatrale proposta, nel 2012, da alcune associazioni, anche di carattere nazionale, per sensibilizzare sulla delicata questione dell’amianto.
Nel 2011 era stato realizzato il cortometraggio ‘Lamiantu’, una prima sfida artistica per sostenere la battaglia contro il killer silenzioso, per molti lavoratori e per molti cittadini, che si chiama amianto.
L’idea era di Turi Occhipinti e Gaetano Scollo, di Esposti Amianto Sicilia che avevano consegnato l’elaborazione del proprio sentire al giovane talento di Claudia Puglisi, regista e drammaturga che portava in dote, una bacheca ricca di riconoscimenti.
Fu lei, nel 2012, ad accettare, con la Compagnia Prese fuoco, la sfida di dirigere l’opera teatrale venuta fuori dall’idea di Turi Occhipinti e Gaetano Scollo , un piccolo capolavoro che si poté considerare l’avvenimento dell’anno per le notevoli ricadute sociali che fu destinato ad avere.
L’amianto era dovunque: dal 1911, diffuso, capillarmente, su tutto il territorio, dai tubi degli acquedotti alle fioriere, dai tetti dei capannoni alle sedie da spiaggia. In tutte le case, una presenza mortale.
Nonostante i comprovati danni sulla salute pubblica, le fabbriche continuarono la produzione fino al 1992, nascondendo le gravi conseguenze.
Una vicenda quasi surreale, nella quale molti di noi sono stati inconsapevolmente coinvolti, dal sapore dei veleni medievali, che ci ricorda le storie narrate sugli untori che portavano la peste contagiando intere città.
Questa l’atmosfera che fu ricreata nella pièce teatrale; l’intento di Turi Occhipinti e Gaetano Scollo fu quello di partire dall’estremo lembo della penisola per una primavera civica e di riscatto sociale su un argomento di estrema gravità.
L’occasione la storica sentenza Eternit che aveva condannato per disastro doloso e omissione dolosa i due manager Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier De Marchienne.
Domina la scena l’angelo della morte che giudica Louis De Cartier, uno dei due imputati dichiarati colpevoli nel processo Eternit, che si rifiuta di pagare le provvisionali stabilite dal Tribunale di Torino in favore delle parti civili. E lo condanna. Senza appello. Una scena ieratica, ancestrale, quasi a volere sottolineare che in un luogo sacro come il teatro si riesce a punire il carnefice al contrario di quanto non è stato possibile fare nelle aule di un Tribunale. Un forte impatto emotivo, un pugno allo stomaco,
Un angelo della morte, imponente nella sua ineluttabile autorevolezza, interpretato da Silvia Scuderi che, bardata con due ali maestose, in oltre un’ora di spettacolo, con gesti e silenzi, riesce a comunicare più di mille parole.
Un duello non convenzionale tra De Cartier e l’essere soprannaturale, un confronto a tratti lirico e impietoso, in cui Scuderi riesce a rendere al meglio le movenze della propria espressività, lasciando a Louis De Cartier la possibilità di esternare, in un monologo articolato e mai banale, le proprie paure, i propri ripensamenti, le proprie determinazioni, quando si trova ormai alle prese con il giudizio divino.
I morti per amianto, che hanno respirato la polvere killer, la stessa che procura tumori invincibili e che diventa il terzo protagonista sul palcoscenico per il continuo incedere degli effetti scenici, trovano così giustizia.
E’ quest’ultima la parola che nessuno cita durante lo spettacolo teatrale ma che aleggia impietosa.
Quasi inevitabile riproporre ancora, dopo 5 anni, per Turi Occhipinti, come Presidente dell’Associazione Sentieriblei l’opera, che sarà diretta sempre da Claudia Puglisi, curatrice anche del testo, a soffrire per le sue colpe il magnate Louis De Cartier, che sarà impersonato da Filippo Luna, a fargli scontare i suoi delitti ci sarà ancora Silvia Scuderi, l’angelo della morte che gli precipita in casa.

Buio. È notte, si ode in lontananza un cavallo al galoppo.
Il cavallo si avvicina sempre di più, nitrisce imbizzarrito, poi silenzio.
D’improvviso un assordante frastuono, e la luce si accende su un cumulo di macerie.
Una leggera polvere bianca, sospesa in aria, incessantemente continuerà a cadere, fino a ricoprire interamente la scena di polvere d‘amianto. Il proprietario di casa si sveglierà tossendo e in mezzo a quelle macerie, scoprirà il corpo di un angelo svenuto.
Quell’uomo è Louis De Cartier, e quell’angelo è l’Angelo della Morte.
Comincerà un dialogo fra un peccatore umano e la giustizia divina che non conosce pietà. Inesorabile e terribile l’angelo esigerà che il colpevole paghi la sua colpa.

Quando la giustizia umana fallisce, capita che ci si affidi alla giustizia divina. Il nostro tentativo è quello di rendere giustizia attraverso il Teatro.

La nuova edizione riproporrà la battaglia, come una partita a scacchi, dove i due si studiano e si sfidano reciprocamente. Fino a quando, inevitabilmente, la morte trionfa .
Lo spettacolo intende essere un atto di denuncia con la possibilità di rendere giustizia alle vittime passate e future.
Lo spettacolo sarà accolto, questa volta, nella splendida cornice tardo barocca di Ragusa Ibla, al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, nei giorni 10/11 Marzo c.a .alle ore 20.30

Source: corrierequotidiano.it – spettacolo

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