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Un caffè offerto a chi regala libri scientifici alle bambine

Un caffè offerto a chi regala libri scientifici alle bambine
11 febbraio 2017

Questa storia non è nuova, ma ogni volta che la leggo in giro (spesso, per fortuna!) mi prende una voglia di condividerla che non so. È la storia di Filomena Grimaldi, una libraia di Telese, in provincia di Benevento. Filomena ha aperto una libreria per ragazzi nel 2013, in piena crisi del settore, e questo la rende già un’eroina. Poi ha anche deciso di prendere posizione sui pregidizi di genere dei genitori suoi clienti, e che dire, per me passa ufficialmente al grado Domatrice di Leoni.

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Prima sui social, poi su Repubblica, Filomena ha raccontato che quando le capitava di consigliare libri scientifici (animali, dinosauri e natura, mica neuroscienza avanzata) come regalo per una bambina, riceveva spesso questa risposta: “Ma è per una femminuccia!”. Non da uomini-orco brutti cattivi e pelosi, eh, ma da mamme, zie e nonne. Solo principesse, per le loro principesse.

Gli stereotipi di genere fanno malissimo all’autostima, l’ha detto la scienza. E fanno malissimo anche alla società, perché ogni occasione mancata per esprimere il proprio potenziale è un’occasione mancata per tutti. Così Filomena – ispirata dalla sorella che vive a Londra, dove queste distinzioni ormai si sono estinte – ha messo in atto una piccola provocazione: offrirà un caffè a chiunque compri un libro scientifico a una bambina. Un gesto apparentemente minuscolo, ma dal forte valore simbolico. Nel nostro piccolo, tutte possiamo fare qualcosa per sradicare i pregiudizi di genere, dobbiamo solo riconoscerli e decidere che non vogliamo più accettarli, perché fanno male a tutti. Alle bambine, ma anche ai bambini, che non possono godersi un libro di fiabe o di cucina in santissima pace. Figuratevi che addirittura, racconta la libraia, “Devo stare attenta anche quando impacchetto il libro. Se il fiocco è arancione ed è per un maschio mi chiedono di cambiarlo in verde o blu”. What…gente, è solo un fiocco! Un fiocco! Altro che “qualcuno pensi ai bambini”. Dio ci salvi dall’insicurezza degli adulti, piuttosto.

Il foglio scritto a pennarello, appeso nella libreria Controvento (di nome e di fatto!) di Filomena ci ricorda che non dobbiamo aspettare le grandi proteste e mobilitazioni. La rivoluzione parte dai gesti spontanei e quotidiani, come offrire un caffè.

Source: freedamedia.it

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