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Viaggiare rende persone migliori e più creative

Viaggiare rende persone migliori e più creative
4 marzo 2017

Viaggiare è un modo per spezzare la routine e godersi quella sensazione di benessere che nasce dall’esplorazione, dalla scoperta e dalla sorpresa.

In passato, viaggiare in un paese lontano significava praticamente cambiare vita. Questi viaggi duravano mesi, o persino anni, perché il tempo che si impiegava per spostarsi era davvero molto lungo. Oggi le cose sono cambiate. Possiamo arrivare in qualsiasi paese del mondo nel giro di meno di due giorni o, se siamo fortunati con le coincidenze, forse anche meno di uno.

Quando si viaggia, si impara, si cambia prospettiva, ci si rinnova. Il viaggio è un invito ad uscire dalla nostra quotidianità e concederci l’opportunità di far affiorare altri lati di noi che forse per colpa della routine o dell’abitudine erano rimasti addormentati.

Cambiare contesto fa sì che dentro di noi si attivi tutto il nostro mondo soggettivo; inoltre, le sfide che dovremo affrontare ci richiederanno di sfruttare abilità o conoscenze diverse da quelle che impieghiamo normalmente.

Viaggiare ci trasporta verso territori che sentiremo come meno prevedibili, perché in quei nuovi contesti ci sono molte relazioni contingenti che non conosciamo. Quest’incertezza può causare un certo nervosismo, ma anche molta emozione e voglia di avventura. I viaggiatori nati hanno un vero e proprio bisogno di quest’adrenalina; i viaggiatori sporadici, invece, sanno che queste emozioni ci ricordano quanto sia bella la vita.

Quando viaggiamo, usciamo dalla nostra zona di comfort. Ci permettiamo di ampliare i nostri orizzonti del mondo e della vita. Ma la cosa migliore è che, forse senza rendercene conto, introduciamo uno stimolo che aumenta le nostre capacità intellettuali, che ci rende più creativi e che sviluppa molte delle nostre abilità sociali ed emozionali.

Viaggiare è una fonte di creatività

Si dice che un viaggio ci renda felici tre volte: quando lo pianifichiamo, quando lo realizziamo e quando lo ricordiamo. Queste tre tappe esigono un’enorme creatività. È richiesta quando arriva il momento di scegliere la meta del nostro viaggio, quando dobbiamo pensare a cosa ci piace, che cosa cerchiamo e quali sono le cose che ogni meta ci può offrire.

Anche durante il viaggio dobbiamo mettere in gioco la nostra creatività, che ci piaccia o meno. Arriviamo in un posto sconosciuto o, quanto meno, poco abituale per noi. Dobbiamo subito iniziare ad adattarci in diversi modi: dobbiamo abituarci agli usi e alle tradizioni del posto, al cibo, alle abitudini, ai mezzi di trasporto, ecc. Inoltre, se la meta è lontana, dovremo anche adattarci ad interazioni sociali diverse e ad un’altra lingua.

Quando ricorderemo il viaggio, infine, sceglieremo un certo modo di organizzare e dare significato a quei ricordi. Li ricreiamo, li associamo e scegliamo gli aspetti più rilevanti di quell’esperienza. Interpretiamo ciò  che abbiamo vissuto.

Tutti questi processi, osservati nel loro insieme, equivalgono a complesse attività intellettuali. È quasi come scrivere un libro. Quasi come disegnare, elaborare un progetto, metterlo in atto e poi valutarlo. Molte delle nostre capacità intellettuali e creative hanno un ruolo importante quando viaggiamo. Per questo motivo, dopo un viaggio, non saremo più gli stessi. Si tratta di un’esperienza intensa e stimolante, e proprio per questo può essere molto piacevole.

Quando viaggiamo, miglioriamo come esseri umani

Viaggiare sempre ci espone a diverse esperienze arricchenti. Come dice la massima, “il fascismo si cura leggendo e il razzismo viaggiando”. Un viaggio, infatti, ci libera da molti pregiudizi, specialmente se visitiamo un luogo in cui dobbiamo immergerci in una cultura diversa da quella in cui siamo nati o che può essere in forte contrasto con la nostra realtà abituale.

Comprendiamo, così, che la differenza non deve essere guardata in verticale, ma in orizzontale: nessuna cultura sta più in alto o più in basso delle altre, si trovano tutte sullo stesso piano. Semplicemente, sono diverse.

È stato dimostrato anche che le persone che si concedono una vacanza almeno due volte all’anno hanno un rischio più basso di soffrire di depressione. Di fatto, viaggiare è un potente antidoto contro la tristezza, perché in un modo o nell’altro ci obbliga a pensare e a vedere tutto da una prospettiva diversa. È come un bagno di rinnovazione, che ci permette di rinnovare il modo in cui guardiamo il mondo intorno a noi e noi stessi.

Viaggiare ci aiuta anche ad entrare in contatto con noi stessi e con i nostri sentimenti più genuini. Lontani dal nostro ambiente abituale, è più facile che emergano le idee o le emozioni che di solito cerchiamo di mettere in secondo piano, proprio per colpa del contesto che ci circonda. Possiamo finalmente vedere noi stessi in modo diverso, liberandoci da tutte le forzature quotidiane e da tutti i fattori che, a volte, ci inibiscono.

Una cosa è guardare la vita attraverso il vetro dello stress quotidiano; un’altra, molto diversa, è osservarla durante una di quelle parentesi concesse dal viaggio. Per questo motivo, possiamo affermare che viaggiare ci rende persone migliori. Ci rinnova, ci regala nuove energie e riempie la nostra vita di colore e magia. Non ci sono dubbi: viaggiare ci porterà sempre da qualche parte!

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Source: lamenteemeravigliosa.it

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