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L’orto biologico fatto in casa, arriva il ‘cm 0’

13 marzo 2017

Si dice ‘km 0’ ma si intende prodotto coltivato nelle vicinanze, perché in realtà quel pomodoro e quella piantina di insalata qualche chilometro l’hanno fatto per arrivare nelle nostre case. Ma la distanza tra noi e la melanzana potrebbe accorciarsi e diventare a ‘cm 0’. Esistono già alcune aziende che si stanno muovendo per sviluppare soluzioni di orti biologici e verticali da tenere in casa. 

Come funziona l’orto in casa di BioPic 

Coltivare in casa frutta e verdura solo con mezzi derivanti dall’agricoltura biologica, è questa l’idea di BioPic, la startup italo-olandese che ha lanciato il progetto ‘Ortoitaliano’, una serie di soluzioni per fare l’orto direttamente a casa e in spazi limitati come il piano della cucina, l’interno di un armadio, la nicchia della parete o addirittura un pensile o un cassetto. Un sistema innovativo di coltivazione accessibile a tutti e senza bisogno di avere un campo in campagna.

La tecnologia applicata: la frutta e la verdura possono crescere grazie a degli stimolatori di fotosintesi di derivazione spaziale e all’utilizzo di tecniche specifiche usate da agricoltori bio professionisti: semi concime naturale, attivatori biologici pe rproteggere dalle malattie le piante e delle microsfere solubili che rilasciano lentamente i nutrienti.

I benifici di coltivare in casa: l’ambiente domestico diventa più sostenibile perchè la coltivazione di piantine purifica l’aria, produce ossigeno e di conseguenza assorbe gli agenti inquinanti come la CO2.

L’orto-sfera di Ikea

E’ ancora in fase di sperimentazione l’orto verticale di forma sferica per coltivare frutta e verdura in città. L’idea arriva dalla Danimarca, per la precisione dal laboratorio di design Space 10 di Copenaghen, e Ikea la sta supportando cosicché l’open-source possa essere disponibile in tutto il mondo.

Al momento l’orto sferico, soprannominato Growroom, è una vera e propria installazione artistica realizzata in collaborazione con gli architetti Sine Lindholm e Mads-Ulrick Husum.

 Per approfondire:

 

Source: agi.it/innovazione

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