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Cannabis terapeutica, la svolta: prescrivibile per ogni tipo di dolore

E ora si potrà prescrivere la Cannabis terapeutica per ogni tipo di dolore. Il decreto pubblicato il 12 luglio in Gazzetta ufficiale segna un punto rivoluzionario nell’approccio alla terapia del dolore in Italia. Non ci sarà più la distinzione tra oncologico, non oncologico e neuropatico, ma la cosiddetta «Cannabis terapeutica» sarà prescrivibile per qualsiasi tipo di disturbo, in base alle indicazioni del medico.

Nel decreto ministeriale sono presenti due articoli. Nel primo, quello riguardante l’aggiornamento dell’elenco dei medicamenti, si parla di «Medicinali a base di cannabis per il trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard». Nel secondo compare la voce «Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (**)» con il doppio asterisco che simboleggia l’utilizzo nelle terapie del dolore. «Questo allegato nasce per semplificare la prescrizione di stupefacenti quando utilizzati per la terapia del dolore, per esempio la morfina – spiega farmacista Marco Ternelli, fondatore del servizio www.farmagalenica.it -. I farmaci a base di cannabis non hanno mai avuto tali formalismi burocratici nella prescrizione, pertanto di fatto non viene modificata nessuna procedura».

Cannabis terapeutica, cosa cambia realmente

Una decisione che non ha precedenti, più nella forma che nel contenuto. L’apertura all’uso della cannabis a scopo terapeutico era già avvenuta, ma con questo decreto il Ministero ha voluto donare una sorta di «benedizione» ai medici che ora potranno sentirsi liberi di prescriverla per ogni tipologia di dolore e non più solo se il paziente si riveli resistente a tutti gli altri tipi di terapia. Occorre sottolineare come si stia parlando, comunque, di sostanze stupefacenti e per questo motivo i controlli resteranno elevati per evitare una deriva di tutto il sistema che penalizzerebbe chi ne ha veramente bisogno.

Cannabis terapeutica, via le formalità

Il via libera da parte dello Stato apre le porte anche a un approccio meno conservativo da parte dei farmacisti, con la materia prima che potrà essere acquistata con un numero minore di formalità rispetto al passato. Non sono molte le farmacie a vendere medicinali a base di cannabis anche a causa degli accurati controlli dei Nas e dei costi delle strumentazioni per l’estrazione del principio attivo e la preparazione degli oli. Con questo decreto si punta a sdoganare tutto ciò ed estendere il concetto di «dolore» il più ampio possibile.

 

Source: http://www.giornalettismo.com

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