È per questo che Simona Cocozza, regista filmaker, e Vittoria Iacovella, giornalista di La7 (autrici del reportage di Rai News “Ritorno a Terzigno 2010-2017”, video sotto), hanno lanciato una petizione per chiedere al ministro della Salute Beatrice Lorenzin l’introduzione di screening gratuiti contro i tumori “per i cittadini che vivono nel raggio di 10 km da una discarica o sito da bonificare”. E a pochi giorni dal lancio su change.org, sono già più di 30mila i sostenitori.
“Un progetto nazionale specifico – si legge nella petizione – che venga diffuso e imposto a tutte le regioni italiane con l’inserimento dello screening nel novero dei “livelli essenziali di assistenza” in base a quanto previsto dall’art.117, c.2 lettera m della Costituzione, vista la diffusione nazionale, la gravità del fenomeno e l’inerzia delle regioni rispetto all’attivazione di iniziative a riguardo. Le chiediamo che i dati relativi a questo progetto, della durata di almeno 5 anni, siano resi pubblici e trasparenti (fondi messi a disposizione, stato del lavoro di ogni regione, dati scientifici man mano che vengono raccolti ed elaborati, nomi e dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi di relatori e periti)”.
Perché è necessario un intervento? Perché chi vive in queste aree “rispetto a chi abita in zone più ‘sane’, ha il 50% di possibilità in più di ammalarsi di diversi tipi di tumore e il 30% in più di avere un tumore al seno. “Molte di queste persone sono ragazze e ragazzi giovanissimi, e per la loro fascia d’età lo Stato non prevede uno screening gratuito, quindi scopriranno la loro malattia troppo tardi per porvi rimedio”.
“Sono milioni – si spiega nella petizione – i cittadini che potrebbero essere salvati e maggiormente tutelati, se solo lo Stato garantisse loro degli screening gratuiti mirati, sulla base del fatto che questi 7 milioni di persone vivono a pochi chilometri da una discarica o da un sito ancora da bonificare. Studi scientifici e dati locali ci dicono che il rischio di ammalarsi di tumore è più del doppio se si vive accanto a una discarica, ma non esistono dati nazionali e tantomeno provvedimenti specifici. È gravissimo. Il Ministero dell’Ambiente si è posto come obbiettivo la chiusura di tutte le discariche italiane, perché riconosce che sono causa di avvelenamento del Paese, ma se chiediamo una statistica delle zone e popolazioni a rischio non c’è. È mancata la possibilità o la volontà di informare gli Italiani?”
Come recuperare vite? Solo con la prevenzione, che potrà essere più rapida ed efficace solo se si estende a tutte le fasce a rischio a titolo gratuito. Solo così si potrà porre rimedio alla “dissennata gestione dei rifiuti che è stata operata, per decenni, in questo Paese”.
Firmate qui la petizione per screening gratuiti per chi vive, a rischio tumore, nei pressi di una discarica.
Source: greenme.it
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