Dragotto “Mia moglie è indagata ma io non lo sono. Sbagliato coinvolgere me e Sicily by Car”

PALERMO (ITALPRESS) – “Da svariate settimane leggo con particolare attenzione i servizi che riguardano mia moglie, Marcella Cannariato, in cui frequentemente vengo coinvolto attraverso l’impiego di espressioni come “lady Dragotto”, “coniugi Dragotto”, “i Dragotto”, ingenerando l’impressione che io possa essere indagato. Al riguardo rilevo che in un recente articolo si è perfino fatto riferimento ad una possibile richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti, sebbene io non sia stato destinatario di alcun atto giudiziario, né risulto indagato per corruzione”. Lo scrive in una lettera aperta l’imprenditore Tommaso Dragotto.

“A testimonianza del carattere assolutamente parziale delle notizie riportate, rilevo altresì che alcune testate hanno riportato stralci di intercettazioni, secondo cui ‘I Dragotto cercavano un ponte con il Presidente del Senato perché vogliono entrare in tutti gli aeroporti italiani’. Una corretta informazione avrebbe imposto di rendere edotto il pubblico che la Sicily by Car è già da almeno 30 anni in tutti gli aeroporti nazionali. Considero questa modalità di comunicazione populismo. Altre testate in modo piuttosto greve mi hanno etichettato megalomane – – continua Dragotto -. Rivendico con orgoglio che Sicily by Car è nata nel 1963, con una sola auto in flotta, ed è riuscita a portare il nome della Sicilia oltre i confini regionali, in tutta Italia e adesso in Europa. Sinceramente, per il bene che nutro nei confronti della mia Sicilia, vorrei che ci fossero altri 1000 megalomani come me, in grado di dare lustro alla Sicilia e ai siciliani, assicurando posti di lavoro e benessere sotto l’egida della Sicily by Car”.

E aggiunge: “La Fondazione Dragotto, che porta volutamente il mio nome, nata nel 2016, ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione della Sicilia attraverso attività culturali ed artistiche di utilità sociale come naturale emanazione dell’etica d’impresa del suo fondatore. Nell’arco di questi anni ha realizzato decine e decine di iniziative”.

“Affermare pubblicamente, come riportato in alcuni articoli, che la Fondazione Dragotto faccia beneficenza di facciata mi sembra quantomeno denigratorio oltre che non conforme al vero. Credo fermamente nel valore della giustizia – conclude Dragotto -. Mia moglie è indagata e quindi presunta innocente, ma in ogni caso saprà difendersi in Tribunale qualora rinviata a giudizio, ma coinvolgere con presunte illazioni e indistintamente il cognome Dragotto e la mia persona, oltre che la Sicily by Car lo ritengo, assolutamente, non conforme a una corretta informazione”.

foto IPA

(ITALPRESS).

Redazione

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