ROMA (ITALPRESS) – Slovenia e Italia sono “due Paesi vicini ed amici, storicamente e culturalmente intrecciati, ed anche strettamente legati dal punto di vista economico”. Lo afferma Matiaz Longar, ambasciatore sloveno a Roma, intervistato da Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format tv dell’agenzia Italpress. Un intreccio che parte dalle rispettive minoranze presenti in entrambi i paesi. “In Italia è presente una significativa minoranza slovena autoctona e anche la Slovenia ospita una comunità nazionale italiana autoctona. Dopo le sfide del passato queste due realtà stanno diventando sempre più un ponte tra i due paesi e le due culture, che potranno anche in futuro godere del nostro pieno supporto. Dobbiamo tutti ricordare l’impegno dei due capi di Stato, il presidente Mattarella e l’ex presidente sloveno Pahor, a Basovizza, con la deposizione di una corona presso la Foiba e successivamente presso il monumento ai caduti sloveni nel giugno 2020. Gli omaggi dei presidenti ai due monumenti mostrano la profondità e la portata del processo di riconciliazione tra i due paesi e i due popoli, con una significativa importanza per ambedue le minoranze”, ha osservato l’ambasciatore sloveno.
Esistono anche delle questioni aperte, ha osservato Longar, “per la comunità autoctona slovena in Italia e quella rappresentanza in Parlamento che la comunità italiana in Slovenia ha già per legge (in Slovenia). La comunità slovena in Italia non ce l’ha ancora, stiamo lavorando a livello del Friuli Venezia Giulia ma anche a livello del Parlamento e del Senato. Speriamo che si trovi una soluzione adatta”, ha dichiarato.
Un intreccio, quello fra Slovenia e Italia, che viene ben esemplificato dalla Capitale della cultura 2025, che riunisce Nova Gorica e Gorizia, “emblema di una lunga e solida collaborazione tra i nostri paesi confinanti. Superare le barriere culturali tra le nostre società, sottolineare un percorso di riconciliazione tra i sloveni e gli italiani: siamo sempre su quel percorso che hanno cominciato già il presidente Pahor e il presidente Mattarella. Anche la presidente attuale, Natasa Pirc Musar è molto legata a questo progetto”.
Lo scambio culturale in senso lato corrisponde ad un forte legame economico, ben rappresentato da un interscambio che sfiora gli 11 miliardi di euro e che vede in primo piano regioni come la Lombardia, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. “La mia idea è che dobbiamo sviluppare la collaborazione economica anche nell’Italia del Centro e del Sud”, ha osservato Longar. “La cooperazione economica è davvero intensa e diversificata, l’importanza del mercato italiano per le imprese slovene è dimostrata dalla crescita positiva dei flussi del commercio estero”, ha ancora detto il capo missione a Roma, ricordando “l’intensa cooperazione nel campo delle esportazioni di materie prime energetiche, elettricità, esportazioni di prodotti dell’industria automobilistica”, ma anche legname e derivati, prodotti del settore agroalimentare, materiali edili, chimica e farmaceutica. La cooperazione si arricchisce di un formato “trilaterale”, includendo la Croazia, su alcune questioni di interesse comune e di particolare rilievo, come per il contrasto all’immigrazione illegale e l’Alto Adriatico.
“Questa cooperazione tra Italia, Slovenia e Croazia è importante”, ha osservato l’ambasciatore aggiungendo che sono molte le questioni a cui rispondere insieme, da quelle legate all’energia a quelle relative all’ambiente. “Quest’anno la Slovenia detiene anche la presidenza di Med9, i Paesi mediterranei dell’Unione europea, e anche di questo parleremo nel formato trilaterale”, ha aggiunto. La Slovenia, posta geograficamente come paese “cerniera” fra l’est e l’ovest dell’Europa, non è solo interessata dalle politiche del Mediterraneo ma è anche in prima fila per quelle riguardanti il processo di allargamento dell’Unione Europea, tanto che proprio ad una slovena, Marta Kos, è stato affidato il settore nella nuova Commissione di Bruxelles. La Slovenia, ha osservato l’ambasciatore, “capisce la realtà dei Balcani occidentali” e inoltre, “come paese di una certa grandezza non ha propri interessi geopolitici. E’ un sostegno che diamo già da anni: sin da quando siamo entrati nell’Unione europea abbiamo parlato del fatto che si deve allargare “quellà Unione europea, prendere anche dei paesi europei che abbiano l’interesse e anche le condizioni”, ha concluso l’ambasciatore.
– Foto Italpress –
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