Il mondo vegetale può esistere solo perché il tempo assoluto è stato introiettato nella specie, trasformandosi in esigenza di organi e di funzioni, atte alla crescita della forma e della sua riproduzione.
Nel mondo animale, la maggiore introiezione del tempo nel tessuto vivente ha determinato la nascita degli istinti, la cui funzione è quella di esplorare il mondo utilizzando i sensi. Infatti per manifestarsi, gli istinti, hanno bisogno degli organi di senso.
Ad esempio l’istinto sessuale si evolve passando dai pesci ai primati nei quali la cura materna presuppone l’utilizzo dei cinque sensi: carezze, annusamenti, gli sguardi, i leccamenti e i richiami.
Nel mondo umano, il tempo ha determinato la nascita della coscienza nel pensiero e nelle azioni. La coscienza, come tempo introiettato nella specie umana, è la prerogativa mentale che abbiamo quando prendiamo distanza dagli istinti. Questo significa che se l’istinto è legato all’istante, la coscienza è legata alla durata. Con la permanenza infatti esploriamo ciò che è transitorio, ciò che fugge, che svanisce, ed è per questo che solo attraverso la coscienza diamo significato e senso a tutto ciò che di mutevole vi è nella vita.
La necessità di compiere delle azioni sotto la spinta di un impulso, di un’emozione decade quando prendiamo coscienza dei motivi che ci spingono a quella determinata azione.
Maura Luperto
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