Valeria Messalina ha vissuto solo 23 anni e sembra impossibile che in così poco tempo sia riuscita a guadagnarsi la nomea della donna più scandalosa dell’antica Roma. Eppure il mito ne parla come una donna dissoluta e frivola; negli scritti di Svetonio, Giovenale e Tacito, vengono narrate le sue avventure sessuali nella Suburra (il famoso quartiere malfamato della Roma antica) ma una lettura più recente della sua storia tende a mitigare, almeno in parte, la figura libertina di Messalina. La sua condotta era certamente spregiudicata e poco consona alla moglie dell’imperatore, ma non rappresentava un’eccezione nella Roma del tempo. La giovane aristocratica che è passata alla storia come la meretrix augusta (secondo la definizione di Giovenale) non sarebbe altro che l’espressione della sua epoca: corrotta e sanguinaria.
Valeria Messalina – ricordata più semplicemente come Messalina – appartiene a una delle famiglie patrizie di Roma: è infatti la figlia di Domizia Lepida e Valerio Massalla Barbato, nipote della sorella di Augusto. A soli 15 anni è già conosciuta per la sua straordinaria bellezza e per ordine dell’imperatore Caligola viene data in sposa a Claudio, che nel 41 d.C. diventa imperatore. Da quello che ci dicono gli storici, Claudio è un uomo colto, di mezza età, zoppo e balbuziente, che alle attenzioni della moglie sembra preferire quelle delle prostitute. La diciottenne Messalina, dopo avergli dato due figli, Ottavia e Britannico, non sembra avere intenzione di incarnare i valori della matrona romana – come ci si aspetterebbe dalla consorte dell’imperatore – ma per noia o solitudine, sceglie di inserirsi nelle pericolose dinamiche di palazzo. Bella e capricciosa, si dice che assieme a Narciso (un liberto al servizio del marito) abbia tramato contro il suo patrigno ordinandone la morte; così come si macchiò del sangue di un amante che provò a rifiutare le sue attenzioni.
Ma pur inserendosi nel sistema degli intrighi di corte, Messalina non ha capacità politiche e data la sua inesperienza è presto vittima di ricatti. Con il marito sempre lontano, intento ad ampliare ulteriormente i confini dell’impero, Messalina si crea un suo seguito personale, organizza feste e incontra un attore celebre della Roma del tempo, finendo per caderne innamorata: si tratta di Mnestere, un uomo noto tanto per le sue qualità di attore, quanto per le sue scorribande notturne. Naturalmente, l’uomo non si può sottrarre all’interesse di Messalina e ne diventa l’amante, avviandola al mondo della spregiudicatezza sessuale. Iniziano così le avventure notturne di Messalina nella Suburra. Nella VI delle Satire di Giovenale si racconta:
Così, mentre una parrucca bionda nasconde i capelli neri,
entra nel caldo lupanare dalle tende vecchie
e nella stanzetta vuota, tutta per lei; allora nuda con i capezzoli
dorati si prostituisce inventando il nome di Licisca
Secondo il racconto dello scrittore, con il nome di Licisca, Messalina – ormai avvezza alle perversioni – si proponeva per puro piacere nei bordelli della sua città travestita da meretrice: il seno coperto di polvere d’oro, le labbra rosse e gli occhi truccati con la cenere e l’antimonio. Secondo Plinio il Vecchio gli appetiti sessuali dell’imperatrice erano così insaziabili che non ebbe timore di sfidare la prostituta più famosa del tempo in una gara a chi riuscisse ad avere più rapporti in una giornata. E naturalmente, secondo l’aneddoto, Messalina vinse, contando 25 rapporti in 24 ore.
Grazie anche al contributo dei suoi nemici politici, comincia a prendere forma la leggenda della meretrix augusta, ma sembra che nessuno dei suoi famigliari si scandalizzasse troppo per la sua condotta. Se a corte ormai è malvista, l’imperatore non la ripudia e continua a tenerla vicino a sé. Ma c’è chi non aspetta altro che l’ennesimo passo falso di Messalina per conquistare il suo posto al fianco di Claudio: si tratta di Agrippina Minore, l’ambiziosa madre di Nerone che spera che il figlio diventi imperatore. In questo clima di intrighi, Messalina continua a non curarsi della fragilità della sua situazione. Cerca lo stordimento nella vita libertina e spregiudicata fino a quando non si innamora follemente del giovane più bello dell’aristocrazia romana: Gaio Silio.
La ventiduenne è spudorata: lo corteggia, prova in ogni modo a conquistarlo, e per poterlo sposare arriva a tramare contro l’imperatore stesso. Ma la congiura della giovane è maldestra, e sortisce come unico effetto la condanna dei due amanti. Claudio, infatti, vive nell’ossessione di un complotto ai suoi danni e non appena Narciso lo informa dei piani della moglie, cede alla paura e prende i provvedimenti necessari: sarà un tribuno a darle la morte, infilandole un pugnale nel cuore. È il 48 d. C. e l’anno successivo Claudio sposa Agrippina, adottando Nerone. L’imperatore morirà sei anni dopo, nel 54 d.C – secondo alcuni proprio per mano di Agrippina – e come, temeva Messalina, Nerone diventa imperatore al posto di Britannico.
Le follie di Messalina le sono costate non solo la vita ma anche la condanna all’oblio: la damnatio memoriae prevedeva infatti la cancellazione di ogni sua traccia come consorte dell’imperatore (dai documenti alle opere monumentali). Ma sono rimaste di lei le leggende, che tra fantasia e realtà, ne hanno forgiato il mito.
Source: freedamedia.it
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