Il seme, quando arriva il momento, germina protetto dalla terra e realizza l’immagine che è scritta dentro di lui, cioè la pianta da cui ha origine e che riproduce.
Il nostro cervello reagisce in un modo molto simile, nel buio partorisce le azioni che ci rappresentano, ci realizzano e che sono la nostra pianta.
Un’oscurità metaforica in cui non ci si affida alle facoltà più in luce della mente cioè il pensiero, ma a quelle più incontrollabili e oscure del l’istinto.
Quando sospendiamo il giudizio, il cervello (di nascosto) inizia a lavorare. Come la vita si genera sotto terra, attendendo pazientemente il momento di fiorire, così le soluzioni nascono nella nostra parte buia e sconosciuta, quella zona misteriosa in cui risiede la parte più feconda di noi.
Maura Luperto
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