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Roma tra pioggia e crateri. E su Twitter impazza il #cinebuche

Neve, ghiaccio, pioggia hanno riaperto l’esigua crosta d’asfalto romano. Conseguenza: traffico in tilt, disagi, auto in coda e coraggio supplementare per chi si sposta a due ruote. Buche di ogni forma e variabile profondità, corsa al rattoppo delle squadre comunali che chiudono un fosso mentre un altro se n’apre. Reagiscono con l’ironia, almeno tanta quanta la rabbia, i romani e ne hanno fatto oggi un gioco divertente su Twitter, di quelli che una volta cominciati viene voglia di portare avanti.

E vai con l’hashtag #cinebuche, parodiando sul tema del giorno i titoli dei film, a cominciare – e questo non ha bisogno di alcun calembour – con Roma città aperta. Che dire di più?

Ma proprio tanto: il digital-cazzeggio rende omaggio al thriller: Profondo Fosso. Al grande Welles: Quarto cratere. Alle nostalgie di Tornatore: La leggenda del gommista su via dell’Oceano Pacifico. Al miglior De Niro: Foro scatenato. Al nostrano Verdone: Bianco, Rosso e Cerchione che registra anche la variante Bianco, Fosso e Verdone. O con altro suo titolo Maledetto il giorno che ce so’ cascato. O scegliendo un altro nostrano (ma importato) Ozpetek: Le buche ignoranti.

C’è la vena alla Verne (Il giro di Roma in 80 buche, Ventimila buche sotto le strade, Ventimila cerchi in lega sotto il mare) il commovente Buca per la vittoria, il ridente eppure malinconico Massimo Troisi (Pensavo fosse buca invece era un cratere, o con lectio alternativa Pensavo fosse amore invece era un semiasse). Ci si mette vicino il primo Moretti (Ecce Gomma) o il .Benigni dell’Oscar (La buca è bella).

Tornando ai classici: Tutti gli uomini del carrozziere; Un mercoledì da leoni (a Garbatella); Il ruotino serve sempre 2 volte; Balla coi buchi. Un più apocalittico Harry Potter e le buche della morte (l’utente chiede: “l’hanno già detto?” Pare di no, ma gli altri fanno scongiuri).

 

 

E così, mentre i vigili piantonano le ferite d’asfalto, e tutti pregano che la pioggia smetta per non aggravare col “dissesto del manto stradale” le proprie giornate, mentre qualcuno (e più d’uno) pensa sicuramente alla sindaca, prosegue il Twitter-sfogo con livelli d’eccellenza che rivelano come l’ironia costituisca la risorsa in più di una capitale che la produce e la trasmette pure a chi ce vie’ da fora.

Cosa avrebbe scritto, su Twitter, il grande poeta spagnolo della Generazione del ’27, Rafael Alberti, cui vivere a Trastevere ispirò il corrosivo sonetto Roma, peligro para caminantes Che iniziava, attualissimo, così:

Cerca di non guardare i monumenti
viandante, se per Roma t’incammini,
apri cento occhi, le pupille affina,
schiavo soltanto dei suoi pavimenti.

Cerca di non guardar tanti portenti,
fonti, palazzi, cupole, rovine:
troverai mille morti repentine
se vuoi guardare senza accorgimenti.

E continua (la poesia, il #cinebuche e – ovviamente – le buche).

Source: www.agi.it

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