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Abbiamo toccato il fondo: il triste bilancio sui bambini uccisi in Siria

Si chiama “Hitting Rock Bottom”, ovvero ‘toccando il fondo’ e parla delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate ai danni dei bambini siriani. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite sono almeno 255 i bambini uccisi mentre erano a scuola o nelle vicinanze, mentre un milione e 700mila quelli che non possono più frequentarla.

Una scuola su tre, infatti, è attualmente occupata da gruppi armati. In oltre sei anni di conflitto, si legge sul dossier, sono aumentate le uccisioni, le mutilazioni e il reclutamento dei minori.

Solo qualche giorno fa, vi avevamo parlato delle pagine angoscianti raccontate da Save the children, nel rapporto ‘Ferite invisibili’, si indagava infatti sul reale pericolo che si vive nei paesi siriani.

Una dura escalation di violenze che rendono la vita dei bambini un vero e proprio inferno e sono tantissimi quelli che sognano di morire per non soffrire più.

Hitting Rock Bottom, i dati

Il 2016 è stato l’anno peggiore per i bambini in Siria.

“I bambini sono stati utilizzati e reclutati per combattere direttamente sulle linee del fronte e stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nei combattimenti, compresi casi estremi di utilizzo come esecutori, attentatori suicidi o guardie carcerarie”, si legge nel rapporto.

Circa 6 milioni di bambini dipendono dall’assistenza umanitaria, un aumento di 12 volte rispetto al 2012, milioni sono quelli sfollati, oltre 2,3 milioni vivono come rifugiati in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq.

“Le profonde sofferenze hanno raggiunto livelli senza precedenti. Milioni di bambini in Siria sono sotto attacco ogni giorno, le loro vite sono state stravolte”, ha dichiarato Geert Cappelaere, Direttore Regionale dell’Unicef per il Nord Africa e il Medio Oriente, parlando ad Homs in Siria.

Ogni bambino è segnato a vita con terribili conseguenze sulla sua salute, sul benessere e sul futuro. L’assedio impedisce un’adeguata assistenza umanitaria, oltre le bombe, i proiettili e all’esplosioni, i minori spesso muoiono in silenzio per malattie facilmente prevenibili.

Di contorno, ci sono le misure messe in campo dalle famiglie per sopravvivere alla povertà, come i matrimoni precoci di spose bambine o il lavoro minorile. L’Unicef testimonia però, anche storie di bambini che nonostante tutto non sono disposti a rinunciare alle loro speranze e aspirazioni, come il dodicenne Darsy, adesso rifugiato in Turchia.

“Voglio diventare un chirurgo per aiutare i malati e le persone ferite in Siria. Io sogno una Siria senza guerra, così da poter tornare a casa. Sogno un mondo senza guerre.”

Dominella Trunfio

Foto: © UNICEF/Al Shami

Source: greenme.it

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