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Tonno in scatola: quale e come scegliere?

Sugli scaffali dei supermercati troviamo diverse varietà di tonno in scatola: al naturale, all’olio, aromatizzato con spezie, sotto forma di insalata insieme ad altri ingredienti, ecc.

Si tratta indubbiamente di un prodotto di cui si discute molto da una parte perché il tonno viene spesso pescato senza criterio mettendo a rischio l’ecosistema marino dall’altra perché nel grasso di questi pesci si accumula una certa dose di mercurio, metallo pesante tossico che inevitabilmente consumando tonno ingeriamo sia pur in piccole quantità.

Per queste e per altre ragioni, sarebbe meglio evitare l’acquisto di questo prodotto.

Se si sceglie comunque di consumare tonno in scatola, dovremmo almeno stare attenti che abbia almeno alcune caratteristiche.

E’ vero che quando confrontiamo diversi prodotti ci interessa soprattutto andare a leggere gli ingredienti in etichetta e le tabelle nutrizionali, ma nel caso del tonno è bene valutare anche il grado di sostenibilità con cui le aziende si procurano la materia prima e la trattano.

Per valutare la sostenibilità o meno dei differenti marchi di tonno, faremo riferimento all’ultima classifica di Greenpeace “Rompiscatole”, che ha messo sotto esame le 11 scatolette di tonno più diffuse sul mercato italiano puntando l’attenzione sulle politiche di sostenibilità, sulle differenti specie di pesce utilizzate, sui metodi di pesca di cui si servono le aziende e la relativa chiarezza di informazioni in etichetta.

Per aiutarvi a fare una spesa più consapevole, anche noi abbiamo messo a confronto le scatolette di tonno più utilizzate in Italia, quelle che probabilmente anche voi avete in casa o vi è capitato di acquistare.

LE ETICHETTE A CONFRONTO

Tonno all’olio d’oliva – Asdomar

Ingredienti: Tonno a Pinne gialle (Thunnus albacares), olio di oliva, sale

Sostenibilità: E’ il prodotto migliore secondo la classifica di Greenpeace dato che evita metodi di pesca distruttivi prediligendo la pesca a canna utilizzando piccole flotte locali. Usa il tonnetto striato nel 30% dei prodotti ma comunque la variante di tonno a pinna gialla, ancora più utilizzata, proviene dall’Oceano Pacifico centro-occidentale non ancora in crisi.

Tonno all’olio d’oliva – Esselunga

Ingredienti: Tonno a Pinne gialle (Thunnus albacares), olio di oliva, sale

Sostenibilità: il marchio Esselunga non fa ancora abbastanza. E’ vero che non usa palamiti e si è impegnato a non usare tonno proveniente da stock sovra sfruttati ma ha bisogno di lavorare di più sulla tracciabilità dei suoi prodotti e sulla segnalazione di tutte le specifiche in etichetta (non è presente ad esempio il tipo di pesca utilizzato).

Tonno all’olio d’oliva – Conad

Ingredienti: Tonno a pinne gialle, olio di oliva sale

Sostenibilità: sta lavorando contro la pesca distruttiva usando solo tonno pescato con reti a circuizione, ma la strada per arrivare ad essere davvero sostenibile è ancora lunga dato che usa tonno a pinna gialla da popolazioni sovra sfruttate.

Tonno pescato a canna – Riomare

Ingredienti: Tonno, olio di oliva, sale

Sostenibilità: L’impegno è quello di diventare entro il 2017 100% sostenibile, un obiettivo ambizioso dato che nelle sue scatolette arriva ancora troppo tonno da pesca sconsiderata. Ha comunque dei prodotti più sostenibili: quello pescato a canna e quello bio con tonno pescato con reti a circuizione su banchi liberi.

Tonno pescato a canna Fior fiore – Coop

Ingredienti: Tonno a pinne gialle (Thunnus Albacares), Olio di oliva, Sale

Sostenibilità: Anche se la Coop si impegna per avere prodotti sostenibili, nel caso del tonno ha ancora molto da fare. La maggior parte del pesce viene ancora pescato con metodi dannosi. Greenpeace segnala però il prodotto più sostenibile: il tonno in tranci “Fior Fiore” pescato a canna.

Tonno all’olio d’oliva – Nostromo

Ingredienti: tonno (Katsuwonus pelamis), olio di oliva, sale.

Sostenibilità: Nostromo è migliorato rispetto a prima ma deve fare ancora molto per rendere i suoi prodotti del tutto sostenibili, ad esempio ridurre la pesca da reti a circuizione con FAD. Ha realizzato però un prodotto più sostenibile, si tratta dei filetti di tonno all’olio di oliva pescato a canna e venduto in vasetto di vetro.

Tonno all’olio d’oliva – Carrefour

Ingredienti: Tonno Pinne Gialle (thunnus albacares), Olio di oliva, Sale.

Sostenibilità: negli ultimi tempi Carrefour ha mostrato un certo impegno verso la sostenibilità ma la strada è ancora lunga. Ha iniziato a commercializzare tre prodotti con tonno pescato a canna anche se la maggior parte del suo tonno è ancora del tutto insostenibile.

Tonno all’olio d’oliva – Mareblu

Ingredienti: Tonno Pinne Gialle (thunnus albacares), Olio di oliva, Sale.

Sostenibilità: Mareblu è il marchio messo maggiormente sotto accusa da Greenpeace in quanto non ha mantenuto gli impegni presi. Aveva promesso infatti di mettere in scatola solo tonno sostenibile entro la fine del 2016. Ma dagli ultimi dati disponibili, solo lo 0,2% del suo tonno è davvero pescato con metodi sostenibili. Ha realizzato un prodotto pescato a canna ma si tratta di una rarità quasi introvabile.

Tonno all’olio d’oliva – Mare Aperto

Ingredienti: Tonno, olio di oliva, sale

Sostenibilità: Non ci siamo! Questo tonno è quasi tutto pescato con FAD, l’azienda non prende impegni per la sostenibilità in questo senso anche se in altri paesi vende prodotti con tonno pescato a canna. Unico lato positivo: sarà presto al 100% tonno da tonnetto striato, varietà meno a rischio.

Tonno all’olio d’oliva Nixe – Lidl

Ingredienti: tonno (Katsuwonus pelamis), olio di oliva, sale

Sostenibilità: bollino rosso anche per il marchio Nixe del colosso Lidl che viene pescato con metodi di pesca distruttivi e non si impegna affatto per migliorare la situazione.

Tonno all’olio d’oliva – Auchan

Ingredienti: Tonno Pinne Gialle (thunnus albacares), Olio di oliva, Sale

Sostenibilità: rimane sul fondo della classifica il tonno Auchan che si ostina a non prendere alcun tipo di impegno per la sostenibilità della pesca.

TABELLA COMPARATIVA

Mettiamo adesso a confronto nello specifico le diverse marche che producono tonno in scatola. Ci soffermiamo in particolare a valutare la specie di tonno utilizzata, la zona di provenienza, il grado di sostenibilità espresso con il colore verde (bene), giallo (non è abbastanza) o rosso (non ci siamo) e l’olio in cui è immerso il pesce.

Questa tabella comparativa vi agevolerà il compito:

IL PARERE DELL’ESPERTO

Abbiamo chiesto a Iolanda Frangella, biologa nutrizionista, di darci qualche consiglio per scegliere del tonno in scatola di maggiore qualità. Ecco cosa ci ha detto:

“Il tonno è un alimento ricco di omega 3, proteine nobili e grassi insaturi che sarebbero meno nocivi dei grassi saturi. La preoccupazione sulla presenza di mercurio e altri possibili contaminanti induce spesso ad eliminare questi cibi o ridurne l’assunzione senza criterio. Il metilmercurio è la forma più tossica del mercurio; la metilazione del mercurio presente in atmosfera avviene ad opera di batteri in ambienti acquatici o da parte della flora batterica di alcuni animali, quali i pesci. Per cui il metilmercurio tende ad accumularsi nei predatori più grandi che si trovano in cima alla catena alimentare, legandosi alle proteine muscolari e resistendo anche ad alte temperature di cottura. Per ritornare a noi, il tonno in scatola ha un contenuto di inquinanti di solito inferiore rispetto al tonno fresco, probabilmente perché le specie utilizzate sono più piccole e con un ciclo vitale più breve. La differenza tra una scatoletta di tonno e un’altra è data anche dagli oli utilizzati per la conservazione, se olio extra vergine di oliva o altro olio vegetale. Per non parlare delle differenze in sostenibilità, trasparenza delle aziende e relative etichette”.

Cosa consigli allora a chi mangia tonno?

“Si tratta di bilanciare la frequenza con cui assumiamo alcuni alimenti: evitiamo di consumare frequentemente grandi predatori preferendo pesci di piccola taglia e/o erbivori come alici, sardine, sgombri. Consumiamo il tonno in scatola con moderazione, senza ridurlo ad essere la nostra unica fonte di pesce, facendo attenzione alle quantità e alla frequenza. Va detto che sostanze come metilmercurio, diossine o PCB ritrovate in alcuni pesci, hanno bisogno di tempo per accumularsi nel nostro organismo. Per donne in gravidanza e bambini occorre però un’attenzione in più: preferire pesci piccoli, evitando le scatolette di tonno in gravidanza e pesci di grossa taglia (il metilmercurio è neurotossico per il feto e può provocare gravi anomalie nello sviluppo del sistema nervoso). Ogni cosa che mangiamo ha potenzialmente dei rischi, ma bisogna ricordare che è la dose che fa il veleno. Non possiamo conoscere con certezza la qualità e il livello di inquinanti di ciò che mettiamo in tavola, ma possiamo decidere di consumare consapevolmente, informandoci, alternando, variando i nostri cibi ed evitando di eliminare senza criterio”.

Un ultimo consiglio: se mangiate tonno ricordate di non gettare via le scatolette ! Vi possono tornare utili per alcuni progetti di riciclo creativo.

Source: greenme.it

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