Per realizzare l’imponente struttura sono state utilizzate 300 paia di jeans. L’installazione si chiama Linking Minds e re-interpreta l’idea di utilizzare dei moduli preconfezionati – in questo caso i pantaloni – nel settore dell’architettura.
Un vero e proprio baldacchino che crea un’atmosfera surreale si libra sopra lo storico Palazzo Litta. Mentre le singole paia di pantaloni rappresentano la dimensione umana della vita urbana, col loro isolamento, i punti in cui i jeans si incontrano, intrecciandosi, danno invece l’idea della continuità, del senso di comunità e della natura collettiva dell’architettura.
Liz Diller, tra gli autori de padiglioni, ha reinterpretato uno degli elementi architettonici più elementari: il tetto. Tuttavia, in questo caso la struttura è stata realizzata con un materiale inaspettato, semplice ma iconico: il denim, riempito d’aria.
I jeans sono uno dei capi più diffusi in tutto il mondo, ma sono anche oggetti molto privati e intimi che indossiamo a diretto contatto con la nostra pelle.
Avendo due gambe e una vita, hanno insita una logica strutturale aperte a varie combinazioni e modelli spaziali. Legata vita a vita, o caviglia a caviglia, l’opera è certamente curiosa ed originale.
Chi di voi c’è stato? Avete avuto la possibilità di ammirare dal vivo questa particolare installazione fatta coi jeans?
Source: greenme.it
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