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50 Sfumature di Action Movie

50 Sfumature di Action Movie
10 febbraio 2017

Ieri sera, dopo l’anteprima di 50 Sfumature di Nero, ho fatto la strada verso la metro con un amico critico cinematografico attonito. “Perché questa cosa ha avuto successo? – continuava a ripetere, né con rabbia, né con spocchia, solo con assoluta incredulità – “Perché?”. A me, guardando il film, il perché era finalmente diventato chiaro, più che dopo il film precedente, più che dopo i libri. Ma come spiegarlo al mio amico, un uomo sui quaranta? Ho usato il termine “fantasia masturbatoria”, e formalmente era corretto, ma aveva in sé quel tono giudicante che non mi piaceva. Abbiamo tutti diritto di indugiare in fantasie masturbatorie come abbiamo tutti il diritto di masturbarci sul serio, quindi la mia posizione su questo è: se l’idea di un miliardario che ti benda ti eccita, sorella, vai con dio. Rimane il fatto che non sapessi come spiegare al mio amico quello che avevo capito durante le due ore di vuoto cosmico in cui non succedeva niente del film.

Questa mattina mi sono svegliata, mi sono fatta un caffè solubile perché il mio ragazzo ha stretto troppo forte la moka e io non riuscivo ad aprirla (perché gli uomini stringono la moka come se ci fosse sigillato dentro uno spirito maligno?), e ci sono arrivata. 50 Sfumature ha successo tra le donne perché è l’equivalente di un film action per gli uomini. Non parlo dell’action alla Die Hard delle origini, era già troppo sofisticato anche se ci si avvicina, parlo di quello ignorante e orgoglioso di esserlo, alla Vin Diesel. “Ignorante” con affetto. Uno dei punti più alti della mia vita di spettatrice è stato quando, in Fast & Furious 7, il personaggio interpretato da The Rock si alza dal letto d’ospedale, dice alla figlia “Papà deve andare a lavorare” e si spacca da solo il gesso soltanto flettendo il braccio. Applaudo ancora, quando lo riguardo, giuro.

La magia di questo genere di film sta tutta nell’essere privi di vergogna. Passiamo la vita a razionalizzare, ad adeguarci, ad accettare i limiti. Anche perché, a differenza di Toretto, noi non diventiamo immortali quando saliamo su una macchina sportiva. Ma in quelle due ore, i limiti non esistono più. C’è un puro godimento, che nasce dal veder appagato ogni singolo desiderio idiota, ogni singola fantasia ridicola. Sei tu, come ti sogni quando sei sbronzo. A quindici anni.
In xXx – Il ritorno di Xander Cage c’è una scena in cui il testosteronico eroe/acrobata/pilota/atleta/killer/culturista Vin Diesel deve, per motivi che riguardano la sicurezza del Paese, scoparsi un sacco di donne, una dopo l’altra. E dopo sono tutte soddisfatte! Capite che meravigliosa lievità ci vuole, per scrivere una cosa così trita, così adolescenziale e – in sostanza – così scema?

50 Sfumature di Nero è lo stesso. Ci sono le hit pop al posto di quelle hip hop, ma il principio è lo stesso: il compiacimento sfrenato della fantasia.

Il marketing l’ha buttata sul sesso, e a ragione. Il sesso vende, fa parlare, e la più grande fantasia di molte donne è di essere scopate bene. Eh già. Ma molte donne, per cultura, non hanno imparato a essere a proprio agio col proprio corpo e quindi a capire, e successivamente a chiedere, quello che vogliono. Da qui il sogno dell’uomo in controllo.

Il marketing ha puntato sul sesso, dicevo, ma il sesso non è il fulcro della fantasia, così come il fulcro di Fast & Furious non è fare le derapate. Cos’è il resto della fantasia, allora? È il miliardario che ti regala tutti i vestiti, tutte le scarpe, tutti i gioielli. Che ti fa venire il parrucchiere a casa. Che insiste per darti 24.000 dollari senza motivo ma tu, donna emancipata, li rifiuti (anche se poi lui te li da lo stesso, ma ehi, contro la tua volontà!). Che fa sfoggio dei suoi soldi in un modo così burino che l’unico pensiero razionale sarebbe questo:

La fantasia sono le sue ex, una più giovane e l’altra più vecchia, che ti invidiano e ti chiedono “cos’hai tu che io non ho?”, perché nella vita è più facile che succeda il contrario. È lui che umilia queste ex pubblicamente e afferma serissimo: “Tu mi hai insegnato a scopare, lei mi ha insegnato ad amare!” (ti prego!). La fantasia sono i tuoi capi che ti regalano una promozione perché hai avuto un’idea di una banalità sconcertante. È il lusso di poter dire senza ironia un’idiozia come “Io voglio lavorare, non puoi tenermi chiusa nel tuo attico!” (qui mi sono accasciata sulla mia vicina di posto, mi facevano male gli addominali dal ridere) [Elena conferma, NdR] . Ma la fantasia per eccellenza, quella che per me è proprio l’equivalente di Vin Diesel che attraversa in macchina due grattacieli, è la madre di Christian che va da Anastasia, le prende la mano e le dice:  “Mio figlio non è mai stato più felice di così, tu l’hai cambiato, l’hai salvato. La crocerossina, con in più l’approvazione materna. Geniale.

Per questo ho detto “fantasia masturbatoria”. Intendevo questo. L’indugiare in un mondo fantastico che sospende ogni criticità, ogni intellettualismo – ogni pensiero, in realtà –, e che raggiunge con orgoglio vette di idiozia che sfiorano il sublime.

Ecco perché 50 Sfumature di Nero è l’equivalente femminile dei film action. Appaga vanità diverse, sì.  Ma equivalenti.

Col mio amico sono stata meno chiara, ma ha capito. Mi ha anche raccontato una cosa stupenda, la condivido con voi. Parecchi anni fa regalavano i libri Harmony rossi – cioè quelli più erotici – nel fustino del detersivo. Una mossa molto intelligente, perché nessuna Brava Donna Di Una Volta si sarebbe mai spinta a comprarne uno, se non provando un’indicibile vergogna. Tutte le madri, mogli, figlie, casalinghe o lavoratrici che fossero, si divoravano questi libri piccanti in segreto, ma qualcosa le tradiva: l’odore del detersivo, che restava tra le pagine e sulle mani.
Di 50 Sfumature possono parlare tutte. È riuscito a diventare trendy e glamour, ha infranto la segretezza, rassicurato le moltissime donne che ancora si vergognavano di avere dei desideri, figuriamoci di parlarne. Ha tolto l’odore del detersivo dalle mani di queste donne. Che resti comunque un prodotto da detersivo, è un altro discorso.

Source: freedamedia.it

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