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Altro che bamboccioni e Neet: alla scoperta della ‘generazione Erasmus’

25 febbraio 2017

Non solo “bamboccioni”. C’è un’Italia di giovani pronti a mettersi in gioco, a esplorare nuove culture e linguaggi, a condividere con gli altri competenze e conoscenze: il compito delle istituzioni e degli adulti è valorizzare queste esperienze e renderle il più possibile alla portata di tutti. Questo il messaggio di fondo del video 30 anni di Erasmus, lanciato dall’associazione InnovaFiducia in occasione dell’incontro gli “Stati Generali della Generazione Erasmus” a Roma. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni di quest’anno per i 30 anni del programma Erasmus (il programma di mobilità studentesca dell’Unione Europea creato nel 1987 e dal 2014 noto come Erasmus+ per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport).

“Come Associazione ci proponiamo di contribuire a creare le condizioni perché i giovani possano svolgere un ruolo propositivo nel panorama nazionale, ma anche partecipare attivamente alla costruzione di una ‘nuova’ Europa, ad esempio attraverso la partecipazione al programma Erasmus+ e ad altre iniziative di scambio formativo – commenta Felicia Pelagalli, Presidente dell’Associazione InnovaFiducia. Dall’altra parte, però, non possiamo dimenticare il lato oscuro dell’universo giovanile. Quella degli Erasmus è la ‘coda’ positiva di una curva gaussiana che trova nell’altro estremo chi è completamente out: fuori dal mercato del lavoro, fuori dalla formazione e dal percorso di studi. Sono i neet a cui dobbiamo dare altrettanta attenzione”.

Il fenomeno Neet 

Se da un lato occorre favorire l’accesso degli studenti italiani a un programma che nei suoi 30 anni di vita ha accolto oltre 9 milioni di persone, dall’altro bisogna accendere i riflettori sul preoccupante fenomeno dei Neet (Not engaged in Education, Employment or Training). La percentuale in Italia di Neet è tra le più elevate in area Ue e tra i 15 e i 29 anni è passata dal 19,3% del 2008 al 26,2% del 2014 (la media europea nel 2014 è ferma al 15,4%). E’ anche molto elevato il tasso di abbandono precoce degli studi (il 15% non va oltre la terza media, contro il 11% della media europea), mentre il tasso di occupazione dei laureati tra i 25 e i 34 anni, pari al 62%, è inferiore di 20 punti alla media nel mondo sviluppato (Dati Fondazione Toniolo- Rapporto Giovani 2016).

Il progetto ‘Net for Neet’

Per favorire il reinserimento dei Neet nei percorsi formativi e nel mercato del lavoro, l’Associazione InnovaFiducia promuove – in collaborazione con la Fondazione TIM – il progetto Net for Neet. Il progetto prevede diversi step: una analisi e mappatura del fenomeno in Italia, con la ricostruzione di “storie di vita” di alcuni Neet; lo sviluppo di una piattaforma digitale di coaching e di formazione peer to peer alle competenze digitali; la costruzione di una community di giovani per i giovani, come punto di riferimento per chi ha bisogno di completare il percorso di studi e per chi deve inserirsi nel mercato del lavoro.

L’associazione InnovaFiducia

L’associazione, fondata nel 2015, promuove la cultura della fiducia tra le persone, nei rapporti tra i cittadini, le istituzioni e le imprese, nella percezione collettiva di futuro e nello sviluppo della cultura digitale del Paese. In particolare, l’Associazione si propone di sviluppare le “Competenze Chiave”  a partire dalle competenze digitali,  le competenze sociali e civiche, il senso di iniziativa e di imprenditorialità, con attenzione particolare all’universo giovanile. Sito internet https://innovafiducia.com; profilo Twitter https://twitter.com/InnovaFiducia

Source: agi.it/cronaca

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