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Com’era essere donna nell’Inghilterra Vittoriana

3 febbraio 2017

Certo, lo sappiamo che nell’Inghilterra vittoriana non si stava proprio un fiore, tra tubercolosi, serial killer e lavoro minorile alla Charles Dickens. Ma è difficile non immaginarla almeno un po’ romantica, dopo i romanzi di Jane Austen, i mille sceneggiati tratti da Jane Eyre (in cui Mr Rochester è sempre un figo, anche se Charlotte Brontë l’aveva descritto brutto e zoppo), la sensualità del Dracula di Coppola, e infine lui: il mitico Harmony che nostra madre teneva in bagno, con lo stalliere discinto e sudato in copertina e i fogli di carta igienica a tenere il segno. Ma non preoccupatevi. Se vi accorgete di indugiare troppo spesso nell’idea di voi strizzate in un corsetto, mentre il vostro Heathcliff (che ha le fattezze di qualche improbabile celebrità, tipo Harry Styles) vi sta dichiarando amore eterno in modo rude e appassionato, c’è un rimedio. Si intitola Unmentionable: The Victorian’s Lady Guide to Sex, Marriage and Manners ed è un libro con cui la scrittrice Therese Oneill racconta la vita delle donne nel XIX secolo. Non ne esiste un’edizione in italiano, purtroppo, ma siccome è troppo spaventoso ed esilarante insieme ho deciso di raccontarne alcuni punti essenziali anche a voi, così potrete rivalutare con me questo secolo. Se non siete pronte a vedere i vostri sogni romantici in frantumi, fermatevi qui. Se invece lo siete, ecco una carrellata di cose quotidiane che, in età vittoriana, diventavano un incubo per noi donne.

L’igiene, cioè la sua assoluta mancanza

Lavarsi era un’impresa da titani, dai risvolti anche fatali. Giuro. Non è difficile immaginarlo, se pensate a quanto erano gelide le stanze e a tutte le implicazioni morali del caso. Per esempio: sapevate che se ci si lava a una temperatura troppo alta, si finisce inevitabilmente per masturbarsi? Il che è grave, perché la masturbazione porta alla morte, si sa. Per questo motivo i medici raccomandavano rigorosamente bagni ghiacciati e spugnature – evitando di toccare parti scabrose, ovviamente. Siccome lavarsi significava prendersi la polmonite o offendere Dio, lo si evitava il più possibile. Per “più possibile” non si intendono settimane, si intendono mesi. Lavare i capelli non era considerata una cosa, anche se ogni tanto qualcuno lo faceva. Il metodo standard, però, era usare acqua e ammoniaca, cioè due tra le cose che insieme diventano più corrosive sulla faccia della terra (sui capelli e sulla pelle, ma anche da respirare), quindi col senno di poi era più furbo non farlo. Comunque, pare che solo le cattive ragazze, quelle che covavano pensieri impuri, avessero i capelli sporchi. Bastava comportarsi bene e i capelli sarebbero rimasti sempre lucidi. Semplice, no? Per facilitarne la crescita, era in voga un unguento di succo di cipolla, il cui odore poteva essere lenito da poche gocce di ambra grigia, che nonostante il nome fico è comunque sperma di balena. Per quanto riguarda le deliziose scarpine che vedete nei film, scordatevele. Le strade inglesi erano lastricate di liquami umani e animali e altra sporcizia, quindi o stivaletti o morte. A tutto questo possiamo aggiungere che, data la mole dei tessuti, la mancanza di acqua corrente e l’aggressività dei metodi di smacchiatura, lavare gli abiti era quasi impossibile, e di fatto era raro che succedesse. Pensate che buon odore.

Si stava coperte dalla testa ai piedi, tranne…lì

Già espletare i propri innominabili bisogni fisiologici era un po’ un’impresa, all’epoca. Bisognava usare dei simpatici vasi o uscire al gelo per usufruire di un ancora più simpatico buco in giardino scavato sotto una struttura in legno, che non si poteva sapere quando si sarebbe riempito e avrebbe…be’, schizzato ovunque. Ora aggiungeteci di doverlo fare abbassandovi la biancheria intima, mentre con l’altra mano reggete un outfit che, solo per quanto riguarda la parte inferiore, è così composto: scamiciato, crinolina (una struttura semirigida in acciaio, crine e ossa di balena), svariate sottovesti in tulle (fino a sette o otto), gonna lunga fino ai piedi dal peso di una vecchia trapunta bagnata, per un peso totale che andava dei 13 ai 20 chili. Il tutto senza dimenticare che voi indossate un corsetto e che in molti casi vi toccherà accovacciarvi. Meglio che almeno le parti interessate siano libere, no? Specie considerando che, vista la qualità dell’acqua, è facile che facciate parecchie gite al vaso.

Torture varie, tipo le mestruazioni e il sesso

Innanzitutto, non bisognava avere il ciclo prima dell’età prestabilita dai dottori. Non bisognava, punto. Ma come, non siamo noi a decidere quando ci arriva il ciclo! Ssssh. Soffrire di ciclo precoce era una sventura che portava inevitabilmente malattia e morte, ed era causata da un eccesso di stimoli quali: andare a teatro, avere cotte infantili, ascoltare musica. Nei giorni del flusso si potevano usare: pelliccia di pecora, spugne di mare infilate come un tampax, cinture che reggessero degli stracci o, semplicemente, tenere gli stracci stretti tra le cosce, tanto non avevamo molto da fare, a parte chiuderci in camera per la vergogna e aspettare che la tortura finisse. A proposito di torture, la peggiore era il sesso. Una donna arrivava alla prima notte di nozze senza sapere niente, di niente, di niente. L’atto sessuale era vissuto come uno shock, un evento inspiegabile, umiliante e degradante, da sopportare in silenzio per il bene del marito. Che, da parte sua, era altrettanto ignorante, ma probabilmente convinto di essere un dio perché pagava le prostitute per dirglielo. Dimenticate acrobazie sul fieno con lo stalliere di prima: l’unica posizione consentita era il missionario, in cui solo pochi medici illuminati consentivano di alzare un po’ le gambe, che dovevano altrimenti rimanere stese e rigide. Qualsiasi altra posizione poteva arrecare alla fragile donna contusioni, paralisi e – sì, ovviamente – morte.

Il sempreverde problema del peso

Pensavate che il corsetto bastasse a risolvere il problema delle forme del corpo femminile? Sbagliato. L’età vittoriana, come qualsiasi altra età, aveva i suoi modelli estetici e i suoi canoni, e il corpo era sotto giudizio come lo è oggi. Se è vero che la carne era apprezzata, era però molto importante che fosse nei punti giusti, cioè fianchi e seno. Chi aveva il seno piccolo poteva spendere un patrimonio in (inutili) unguenti o utilizzare un corsetto imbottito, ma attenzione, perché un uomo poteva pretendere di controllare la mercanzia, prima di sposarsi. Essere sovrappeso era un problema molto grave, per il quale esistevano molti rimedi assurdi e pericolosi. Uno di questi era ingoiare uova di larva che sarebbero cresciute nello stomaco e avrebbero mangiato parte cibo. Una volta raggiunto il peso ideale, si ingoiava una sostanza per ucciderle e si eliminava il cadavere nel modo in cui immaginate, aiutandovi con le dita. Sfizioso, vero?
Ma tranquille, anche essere troppo magre non andava bene. L’unico rimedio, in questo caso, era seguire una dieta a base di zucchero, non muoversi mai dal letto e restare sempre all’ombra, senza mai arieggiare la stanza. Le emozioni forti erano bandite, quindi niente musica, chiacchiere o libri.

Pensiamoci la prossima volta che ci troviamo a desiderare di vivere in un romanzo di Charlotte Brontë.

Source: freedamedia.it

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