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Donne che hanno fatto la storia fingendosi uomini

11 giugno 2017

Lo sappiamo bene, ma è sempre utile ricordarlo, per non lasciarci scoraggiare dalle ingiustizie che ci capita ancora di subire a causa del gender gap o di quei fastidiosi stereotipi sessisti così duri a morire: c’è stato un tempo, che è durato a lungo e che si è concluso da poco, in cui le donne non potevano fare nulla. Per nulla si intende che non potevano desiderare niente di diverso da quello che si pensava fosse il loro luogo naturale: la casa, la casa, la casa. E se a casa non ci volevano stare allora erano (con sfumature di gravità diverse a seconda dei secoli e dei contesti storici) streghe, pazze, soggetti incapaci di integrarsi nella società, da cui bisognava stare alla larga. Qualcuna di loro però è riuscita a ribellarsi, non tanto per il gusto della ribellione in sé, quanto invece per una necessità personale: quella di seguire il proprio destino, di realizzarsi in una direzione diversa. In alcuni casi sono riuscite a farsi accettare, mettendo a rischio la loro stessa vita, in altri ci hanno provato e non ci sono riuscite, in altri ancora ci sono riuscite passando dall’entrata posteriore. Cosa significa? Significa che ci sono donne che, soprattutto in un periodo in cui non era loro permesso, sono riuscite a fare grandi cose fingendosi degli uomini. Alcune le conoscete, sono molto famose, altre invece lo sono di meno, ma hanno delle storie incredibili, che neanche il miglior sceneggiatore del mondo avrebbe saputo inventare. Vediamole meglio.

Mary Read

Mary Read nasce alla fine del 1600. Sua madre era sposata con un marinaio, dal quale aveva avuto un figlio. Durante uno dei viaggi del marito ha una relazione con un altro uomo e rimane incinta di Mary. Nel frattempo il primo figlio, il maschio, muore. Così, per non destare sospetti riguardo al suo adulterio la donna decide di vestire Mary da uomo, in modo tale che tutti pensassero che si trattasse del fratello e non di una figlia illegittima. Mary cresce quindi come un uomo e decide di sfruttare il travestimento che le era stato imposto per arruolarsi su una nave da guerra e diventare soldato. Entrata nell’esercito conosce un uomo, un altro soldato come lei, di cui si innamora: gli rivela il suo segreto e lo sposa, ma lui muore dopo poco. Ormai però la sa vera identità è stata scoperta, eppure lei non abbandona la strada intrapresa dall’inizio: abbraccia la vita dei Pirati dei Caraibi, combattendo sempre con coraggio e guadagnandosi così il rispetto dei compagni e di un’altra piratesca donna, Anne Bonny. Si innamora di nuovo, di un altro uomo, lo protegge uccidendo lei un nemico che lo aveva sfidato  duello. Nel 1720 la sua nave viene fermata dai militari. Lei e i suoi compagni vengono catturati e condannati a morte. Sul patibolo mostra di avere forza e determinazione, ma la sua condanna a morte, così come quella di Anne Bonny, viene sospesa perché era incinta. Muore l’anno successivo, nel 1721 a causa di alcune complicazioni sopraggiunte durante il parto, in prigione.

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Mary Anne Evans

Se la cercate su Wikipedia trovate il suo nome maschile: George Eliot. Mary Anne è stata una scrittrice britannica, una delle più importanti e famose dell’epoca vittoriana. Il  padre la educa e la istruisce per farla diventare una governante, ma lei vuole scrivere. Cresce in una famiglia protestante, ma fin da piccola si dichiara agnostica. Per poter raccontare le sue storie e diffondere le sue idee Mary Anne, come molte altre donne che scrivevano all’epoca (basta pensare alle sorelle Brontë) decide di utilizzare uno pseudonimo maschile. Lo fa per due ragioni: prima di tutto perché voleva che i suoi testi venissero presi seriamente, e non letti come dei romanzi rosa per signore. In secondo luogo lo fa per evitare che il suo lavoro venisse penalizzato dalla sua vita privata: Mary Anne infatti stava con un uomo sposato, George Henry Lewes. Quando, a un certo punto, decide di rivelare la sua identità, crea molto scalpore e viene accettata difficilmente.

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Margaret Ann Bulkley

Nella vita di tutti i giorni si chiamava James Barry, ed era un medico. Decide di vivere come un uomo perché il suo più grande desiderio è poter studiare medicina e diventare un chirurgo. Cosa, questa, che una donna non poteva fare. Medico molto stimato e molto bravo James Barry ha praticato il primo cesareo della storia. È considerato la prima donna britannica ad essere diventata un medico qualificato (anche se qualcuno ha ipotizzato che fosse un ermafrodita).

Mary Anderson

Nota come Murray Hall, Mary Anderson è stata una statista e una politica di origine scozzese. In un periodo, quello della fine dell’800, in cui alle donne era ancora precluso il voto e Susan Anthony, celebre suffragetta statunitense, era stata arrestata per aver provato a votare fingendosi uomo, Mary Anderson non ha solo esercitato il suo diritto a intraprendere una carriera ma politica, ma è anche riuscita a votare per 25 anni consecutivi.

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Kathrine Switzer

È un’atleta statunitense che vuole iscriversi alla maratona di Boston nel 1967, cioè quando ancora le donne non potevano parteciparvi. Per farlo, quindi, si registra con un nome maschile. L’unico problema è che lei, quell’anno, la maratona rischia di vincerla davvero, perché è bravissima. Non vince solo perché gli altri partecipanti la spintonano e provano a farla uscire dalla gara. Dal suo esempio però è nato un movimento di opinione che ha poi portato all’apertura della maratona anche alle donne.

JK Rowling

Non ha bisogno di nessuna introduzione, e la sua storia è molto nota, ma merita sempre di essere raccontata. Sappiamo che JK Rowling ha avuto una vita molto complicata prima di arrivare al successo: ne ha parlato e l’ha raccontata più volte. Tra questi avvenimenti c’è l’inizio della sua attività letteraria – prima della scrittura di Harry Potter – quando la casa editrice a cui propone il suo primo libro pensato per un pubblico adolescente le chiede di pubblicarlo sotto pseudonimo maschile perchè quel genere di lettore avrebbe dato sicuramente più credibilità a un uomo. La stessa cosa gliela fanno fare anche per il secondo libro. Cosa c’è di bello in questa storia, visto che non è stata lei a scegliere di fingersi uomo? Bè c’è che sappiamo bene cosa è successo quando ha rivelato la sua vera identità: Harry Potter. Non serve aggiungere altro.

Source: freedamedia.it

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