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FILASTROCCA DELL’INGRATITUDINE

26 settembre 2017

Tante volte, inconsapevolmente o meno, aiutiamo qualcuno più per fare del bene a noi stessi che all’altro; la frustrazione nel ricevere ingratitudine, rivela appunto un’aspettativa mancata, dovuta al fatto che il nostro gesto era caricato di qualcosa di bello a nostra immagine, che non è stato riconosciuto.
Ecco allora che l’ingrato è colui che fa da specchio alla mancata purezza del nostro gesto, affinché possiamo prenderne consapevolezza accettando i nostri limiti; il nostro dare diventa così puro di intenzioni, per aiutare l’altro solo con quello che veramente gli occorre e nel rispetto della sua dignità.

 

FILASTROCCA DELL’INGRATITUDINE

Filastrocca dell’uomo ingrato
che già di per sè, è un uomo sbagliato;
vogliamo metterlo in paragone
con chi ha del dono la vocazione?
Eppur ci sono motivi evidenti
per ringraziar gli irriconoscenti:
son l’altro volto della medaglia,
di quando il dono nasconde una faglia.

C’è il signor Ecco-come-si-fa
e la sua prestanza d’ingombro mi sta;
vuol che ringrazi per avermi tolto
la creatività su un problema irrisolto.

Sempre più stretto mi tocca stare
con chi mi mostra quanto sa dare;
gli piace farlo perché fa bello,
è il mio bisogno il suo fiore all’occhiello.

Chi mi considera un poveretto,
su me si eleva e mi manca rispetto;
perché la pena si può provare
solo per chi pari a te non può stare.

C’è chi mi aiuta perché è un dovere
e l’educazione non fa tacere;
io sono il mezzo che gli conviene
per far vedere quanto è perbene.

Non può mancare chi offre una mano
affinché mai tu vada lontano;
un salvatore si vuole sentire
e tu per sempre un redento apparire.

Chi ti ricatta col suo aiutare,
chi il senso di colpa lo obbliga a fare…
Mai una volta ch’io sia benedetto
per rivelare quel gesto imperfetto.

Condire troppo la mia minestra,
non è nutrirmi, è farsi festa;
così mi tocca, per pareggiare,
fare l’ingrato e non ricambiare;
è il giusto fare che rende grato,
perché aiuto vero mi sarà dato;
se essere a terra non toglie valore,
potrò ricambiare con grande onore.

E ora che è stato svelato l’arcano,
siate più umili a darmi una mano;
riempirmi il cuore di ciò che mi manca:
ecco il donare di cui mai ci si stanca!

Martina Gamberini

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