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Se non c’è odio dentro di noi, non ci saranno nemici fuori

Se non c’è odio dentro di noi, non ci saranno nemici fuori
23 aprile 2017

La nostra personalità e il nostro modo unico di vedere la vita condizionano le nostre relazioni con gli altri. In certe situazioni proiettiamo le nostre caratteristiche sulle persone che ci circondano, attribuendo loro comportamenti o pensieri che, in fondo, ci appartengono. Proprio per questo motivo, avere dei “nemici” può avere più a che fare con il modo in cui affrontiamo determinate situazioni nella nostra testa, e non alle circostanze obiettive che accadono nella realtà.

A volte il peggior attacco che possiamo soffrire non viene dall’esterno, ma da noi stessi. In alcune situazioni in cui ci sentiamo aggrediti dall’esterno, sono in realtà alcune condizioni interne –  come la rabbia, l’impotenza e la vergogna sociale – a farci sentire deboli ed insicuri, rendendo il terreno fertile per farci percepire le altre persone come nemici.

Per la nostra stabilità emotiva, è fondamentale saper identificare da dove proviene la rabbia provocataci da determinate situazioni. Sapere quali sono le circostanze che ci causano malessere è importante per capire chi o che cosa stiamo affrontando.

Non c’è dubbio sul fatto che il peggior attacco non è quello che ci viene dall’esterno, ma quello che si produce dentro di noi, generando in noi un giudizio negativo su noi stessi, che finisce con lo sminuire la nostra persona. Questa autovalutazione negativa ci trasforma nel nostro peggior nemico perché la nostra stabilità emotiva dipende, in gran parte, dalla nostra autostima.

Quando il nemico siamo noi

Robert J. Sternberg, professore dell’Università di Yale ed ex presidente dell’Associazione Americana di Psichiatria, distingue almeno due tipi di nemici: quelli esterni e quelli interni.

I nemici interni, come indica il nome, sono quelli che si trovano dentro di noi, come i nostri pensieri. Quando i pensieri negativi ci intrappolano in un sentiero senza uscita, ci portano per forza di cose alla rabbia, alla furia, all’odio, facendoci vedere l’altro come un nemico con il solo scopo di provocarci un sentimento di dolore.

Questo nemico interno proviene dall’irrazionalità, che ci porta a formulare tutti quei pensieri negativi. Il benessere emotivo dipende fondamentalmente dal non lasciarci trasportare da pensieri automatici, perché questi ultimi hanno caratteristiche molto negative:

  • Sono irrazionali, vale a dire che non si attengono ai fatti obiettivi, alla realtà.
  • Sono automatici, funzionano come un riflesso corporeo che si produce senza una nostra decisione volontaria e cosciente.
  • Sono esagerati, drammatici e sempre negativi, generano un enorme malessere emotivo e, inoltre, lo fanno gratuitamente, senza permetterci di trarne alcun profitto.
“Nemmeno i tuoi peggiori nemici ti possono fare tanto male quanto i tuoi stessi pensieri.”

 

Come controllare i nemici?

Gandhi praticava un metodo passivo di “lotta” contro i suoi nemici: la non-resistenza costruttiva. Si tratta di un modo attivo di relazionarsi con il nemico attraverso mezzi positivi, un approccio proattivo alla gestione delle situazioni avverse. Nelle relazioni personali esiste una vasta gamma di situazioni con cui dovremo fare i conti. Per riuscire a gestire le situazioni di conflitto, è importante:

  • Non litigare solo perché si vuole litigare.
  • Non litigare per gonfiare il nostro ego.
  • Non litigare per esaltare il nostro orgoglio.
  • Non litigare per sconfiggere un avversario o per castigarlo.
  • Litigare soltanto per ottenere un fine maggiore.
  • Lottare per riuscire a superare i nostri problemi.

Per quanto ci sforziamo, le situazioni di conflitto non spariranno dalla nostra vita, quindi è importante imparare a controllare l’effetto che hanno su di noi.

Source: lamenteemeravigliosa.it

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