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Toni Servillo, legge Il Gattopardo

3 marzo 2017

“Sai qual e’ il primo romanzo che ho letto? Il Gattopardo. Avevo 15 anni, mi si spalanco’ un mondo. Capii che le parole messe in un certo ordine creano un canto segreto”. Nel descrivere un romanzo di formazione, e che ha segnato la storia dell’editoria libraia in Italia, Toni Servillo descrive se stesso, il proprio mestiere, un modo tutto nuovo di interpretare i personaggi sulla scena. Oggi, quel romanzo il protagonista de ‘La Grande bellezza’ lo legge in un audiolibro edito da Emons, in cui Jep Gambardella si cala nei panni, tra gli altri, del principe Fabrizio Salina, di Tancredi e della loro Sicilia aristocratica e decadente. E dalla propria voce, cavernosa, tira fuori l’eterno “Se vogliamo che tutto rimanga com’e’, bisogna che tutto cambi”.

Forse anche Tomasi di Lampedusa ne sarebbe stato felice: “Ricordo perfettamente che per un mio compleanno il principe mi regalo’ un registratore, lo accese e comincio’ a leggere ad alta voce ‘La Sirena’. Questa registrazione esiste ancora ed e’ un documento prezioso che testimonia l’importanza della lettura ad alta voce per uno scrittore”, ha raccontato il figlio Gioacchino Lanza Tomasi in una intervista alla Repubblica. Quella lettura arriva oggi da Servillo, che aveva interpretato in audiolibro Tony Pagoda nella lettura di “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino (2010), Servillo cambia registro e da’ voce all’eterno gattopardesco Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, Il Gattopardo usci’ per la prima volta dopo la morte del suo autore nel 1958. Lo pubblico’ Feltrinelli con una prefazione di Giorgio Bassani. Quest’ultimo aveva ricevuto il manoscritto da Elena Croce e intuendo la grandezza dell’opera spinse molto per la sua pubblicazione. All’inizio, il romanzo era stato presentato agli editori Mondadori ed Einaudi, che pero’ lo rifiutarono. Il testo fu letto da Elio Vittorini che, sembra, successivamente si sarebbe rammaricato molto dell’errore. Nel 1959 Il Gattopardo vinse il Premio Strega diventando il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel ’63, invece, Luchino Visconti lo tradusse nell’indimenticabile film omonimo, con Claudia Cardinale e Burt Lancaster, vincitore della Palma d’Oro come miglior film al 16° Festival di Cannes.
La trama si sviluppa in una Sicilia all’epoca del tramonto borbonico. Di scena e’ una famiglia della piu’ alta aristocrazia isolana nel feudo di Donnafugata, colta nel momento rivelatore del trapasso del regime, mentre gia’ incalzano i tempi nuovi. “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”, afferma Fabrizio Salina in uno dei passaggi diventati celebri e simbolici di un punto di vista sulla Sicilia e sul carattere dei siciliani. E non solo dei siciliani.

Source: corrierequotidiano.it – cultura

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